27/02/2015, 00.00
HONG KONG
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Hong Kong, condannata a sei anni di galera la padrona della domestica indonesiana torturata

Il caso di Erwiana Sulistyaningsih ha scosso l'ex colonia britannica. Immigrata, senza amici né parenti, ha vissuto come collaboratrice domestica a casa di Law Wan-tung: la donna ha abusato di lei in ogni modo e poi ha cercato di rispedirla in patria di nascosto. Il giudice: "Una storia deplorevole". La vittima: "Non del tutto soddisfatta"

Hong Kong (AsiaNews) - La Corte distrettuale di Hong Kong ha condannato a sei anni di carcere Law Wan-tung, la datrice di lavoro della domestica indonesiana picchiata e torturata nel 2013 il cui caso ha aperto una finestra sulla situazione reale dei migranti nel Territorio. Il giudice che l'ha condannata, Amanda Woodcock, ha spiegato che l'atteggiamento della donna è stato "deplorevole" e ha sottolineato come la Law "non abbia mostrato alcuna compassione" per le sue vittime. Inoltre, ha invitato le autorità dell'ex colonia britannica e quelle di Jakarta ha investigare sulle agenzie che trattano in esseri umani.

La storia di Erwiana Sulistyaningsih, 23 anni, ha scatenato un'ondata di indignazione globale e ha acceso i riflettori sulla reale situazione delle circa 300mila migranti che, da diverse parti dell'Asia, entrano nel Territorio in cerca di un'opportunità di lavoro. Abusate sin dal Paese di origine, da cui si muovono solo grazie ad "agenzie specializzate", queste persone finiscono spesso in un incubo fatto di crimini impuniti e schiavitù.

La donna è stata ricoverata nel gennaio 2014 in un ospedale di Java centrale: sul corpo presentava tagli, ustioni e lividi di diversa entità che le sono stati inflitti dal suo ex datore di lavoro. Le sue condizioni di salute sono migliorate, ma per un lungo periodo è stata costretta prima a letto e poi su una sedia a rotelle. Nel corso del processo, la difesa ha sostenuto che Erwiana "è un'opportunista che si è procurata le ferite a causa della sua incompetenza e ora vuole che a pagare siano i suoi datori di lavoro".

Da parte sua, il giudice Woodcock ha invece stabilito che la domestica "è una donna troppo semplice per mentire con tanti particolari sugli abusi che ha subito". In particolare, i colpi subiti dalla padrona con un tubo di metallo preso dal bagno sono stati provati e hanno fatto scattare la condanna per "atti violenti intenzionali", una delle accuse più pesanti fra quelle presentate.

Fuori dal tribunale Erwiana ha chiarito di "non essere del tutto soddisfatta per la pena detentiva", definita "leggera", ma ha aggiunto di essere contenta che la Law vada in galera. Secondo la ragazza indonesiana, la condanna a sei anni "vuol dire che il governo tollera la schiavitù e i maltrattamenti contro i migranti. E questo non va bene". 

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