29/03/2007, 00.00
VIETNAM
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Hanoi stringe gli spazi dei diritti umani

di Nguyen Van Tranh
La denuncia di gruppi di attivisti, alla vigilia del processo contro padre Ly, accusato di propaganda contro il Partito comunista. Anche la libertà religiosa ha bisogno di maggiori spazi. Per legge le organizzazioni religiose non possono occuparsi di scuole, sanità, servizi sociali, giornali e pubblicazione di libri.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - Alla vigilia del processo che vede padre Nguyen Van Ly rischiare 20 anni di prigione per l’accusa di “propaganda” contro il Partito comunista, si moltiplicano le denunce contro il Vietnam da parte di gruppi di difesa dei diritti umani, che imputano al governo di Hanoi di stringere i freni dopo aver ottenuto successi internazionali, come l’adesione all’Organizzazione internazionale del commercio (WTO). Human Rights Watch parla di “una delle peggiori repressioni di dissidenti pacifici degli ultimi 20 anni”.

Anche per le religioni, in base alla legge, ci sono settori ufficialmente tabù, anche se la pratica è più possibilista. Così non è facile ottenere il permesso di organizzare attività in campo educativo, sociale, sanitario ed editoriale. “Sono attività e settori ‘classificati’”, spiega ad AsiaNews un membro del Paul Nguyen Van Binh’s Club dell’arcidiocesi di Saigon.

Ngueyen evidenzia che “sulla base della legge sulle religioni, tutte le attività come l’educazione, la salute, la comunicazione, la pubblicazione di giornali o di libri religiosi deve avvenire secondo le norme. E non ci sono spiegazioni sul perché la legge non deve permettere ad organizzazioni religiose di partecipare all’educazione nelle scuole superiori, alle università e agli ospedali. Con queste disposizioni il governo sta sprecando grandi risorse umane e perde concretezza nella socializzazione, l’educazione e le attività sociali”. “La legge – conferma Phuong, un avvocato cattolico -  ammette che leader religiosi, suore o sacerdoti, in quanto cittadini, possano prendere parte ad attività di educazione, ai media, alle attività sociali e sanitarie, ma non permette che lo facciano organizzazioni religiose”. “Secondo l’opinione popolare – conclude – la legge sulle religioni dovrebbe essere modificata e consentire alle organizzazioni religiose di svolgere tali attività. La cooperazione offrirebbe benefici ai poveri, ai bambini sfortunati ed alle persone che vivono in condizioni difficili”.

Quanto a padre Ly, che è stato arrestato il 19 febbraio, egli ha trascorso 20 dei suoi 60 anni in prigione, sembra che a processo che si apre domani ad Hué potranno assistere anche i giornalisti stranieri.

Il religioso ha subito le precedenti condanne con l’accusa di aver tentato di organizzare un partito politico e per aver inviato una testimonianza alla commissione del Congresso Usa sulla libertà di religione.

 

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