18/09/2009, 00.00
PAKISTAN
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Governatore del Punjab: la legge sulla blasfemia va abolita

di Fareed Khan
Salman Taseer: è “sfruttata” dagli estremisti per colpire le minoranze religiose, che vanno invece “protette”. Leader cristiani: “dichiarazioni importanti”. La cancellazione della norma spetta al governo centrale, che deve “informare” i cittadini delle violenze. L’elenco delle persecuzioni anti-cristiane nel Punjab.
Lahore (AsiaNews) – Abolire la legge sulla blasfemia per proteggere le minoranze religiose. È quanto “suggerito” da Salman Taseer, governatore del Punjab, che invita il governo centrale a “valutare l’abrogazione” di una norma – come ripetuto più volte dalla comunità cristiana in Pakistan – utilizzata dai fondamentalisti islamici per perpetrare crimini e violenze. Positivo il commento dei leader cristiani, che ora si aspettano misure concrete dal governo centrale.
 
“La legge sulla blasfemia – ha sottolineato Salman Taseer – andrebbe abrogata per proteggere le minoranze, in particolare per le crescenti violenze e persecuzioni contro i cristiani da parte degli estremisti”. Parlando con i giornalisti nel corso di una cena a Lahore, il governatore del Punjab aggiunge che “vi è stato un abuso della legge sulla blasfemia. Questo è ciò che penso. Questa legge deve essere cancellata”.
 
Commentando le affermazioni del governatore del Punjab, Peter Jacob – segretario esecutivo della Commissione nazionale di giustizia e pace (Ncjp) della Chiesa cattolica – spiega che “è una dichiarazione importante” che “accogliamo con favore”. “Ma ciò che più conta – aggiunge l’attivista cattolico – è che il Primo ministro del Pakistan dovrebbe parlare della questione” e spiegare alla popolazione “cosa sta succedendo” nel Paese.
 
Negli ultimi mesi il Punjab ha registrato una escalation negli attacchi contro i cristiani e i loro luoghi di culto, perpetrati in nome di “presunte profanazioni del Corano”:
 
Il 22 aprile 2009 una banda di estremisti ha attaccato un gruppo di cristiani a Tiasar, sobborgo di Karachi, bruciando case e ferendo in modo grave tre persone. Una di queste era Irfan Masih, morto tre giorni più tardi.
 
Una folla di musulmani inferociti, il 30 giugno, ha attaccato case dei cristiani nel villaggio di Bahmani Wala. Circa 100 abitazioni sono state danneggiate; gli assalitori hanno anche rubato gioielli e contanti, distruggendo i mobili e altri arredi.
 
Il primo luglio 2009 un giovane cristiano, Imram Masih, è stato torturato a lungo da un gruppo di musulmani, poi è stato arrestato dalla polizia per aver “bruciato il Corano”. L’episodio è accaduto a Hajwary, quartiere di Faisalabad.
 
Il 30 luglio migliaia di musulmani a Koriyan hanno messo a ferro e fuoco le proprietà dei cristiani, incendiando 51 abitazioni. A scatenare la follia dei musulmani, un presunto caso di blasfemia. Due giorni più tardi – il primo agosto – almeno 3mila estremisti hanno attaccato la comunità di Gojra, bruciando vive sette persone (tra cui due bambini e tre donne), ferendone altre 19 e incendiando dozzine di case.
 
L’11 settembre nuove violenze a Sialkot: per un presunto caso di blasfemia ai danni di Fanish Masih, i musulmani hanno attaccato la chiesa locale e alcuni edifici; il 20enne cristiano è stato poi arrestato. La notte fra il 14 e il 15 settembre il giovane è morto: per i secondini si è suicidato; i segni di tortura presenti su tutto il corpo indicano invece che il giovane è morto per le violenze subite in cella.
 
Secondo i dati raccolti da Ncjp, dal 1986 all’agosto 2009, almeno 964 persone sono state incriminate in base alla legge sulla blasfemia: fra queste 479 erano musulmani, 119 cristiani, 340 ahmadi, 14 indù e 10 di religione sconosciuta. Almeno 33 gli omicidi extra-giudiziali, compiuti da singoli o folle inferocite. L’ultimo della lista è Fanish, per il quale i cristiani chiedono “giustizia”.  
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