14/12/2009, 00.00
SRI LANKA
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Giovani tamil e singalesi insieme per la pace e la riconciliazione

di Melani Manel Perera
Dopo decenni di separazione a causa della guerra, adolescenti dei due gruppi si incontrano per condividere le speranze. Un programma di vita comune per l’accoglienza reciproca e la condivisione.

Colombo (AsiaNews) – Un gruppo di giovani tamil da Jaffna e centinaia di studenti di Colombo hanno vissuto insieme per 5 giorni per condividere le angosce e le ferite della guerra, insieme al desiderio di ricostruire la convivenza fra etnie e religioni.

I 35 giovani tamil del Nord e i circa 700 studenti del sud, di età sui 14-16 anni, sono stati guidati da un programma di “pace e riconciliazione” organizzato dal Consiglio nazionale per la pace (Npc), in collaborazione con molte scuole, gruppi religiosi e associazioni della società civile.

Il programma, svolto dal 6 al 10 dicembre comprendeva racconti e pièce teatrali sulla guerra, danze e musiche delle diverse etnie e religioni (indù, cristiani, musulmani, buddisti).

Il dott. Jehan Perera, direttore esecutivo dell’Npc, spiega ad AsiaNews  i valori del programma: “Dopo anni di polarizzazione nella società, per rompere le barriere è importante incontrarsi faccia a faccia. I ragazzi di Jaffna hanno offerto un dramma teatrale in cui raccontano gli ultimi giorni della guerra, una guerra che quelli del sud non hanno nemmeno visto, a causa della censura dei media. In tal modo i giovani del sud possono capire cosa quelli del nord hanno sofferto. Allo stesso tempo, i giovani del nord possono vedere che quelli del sud non li odiano, ma vogliono essere uniti a loro”.

Joe  William, presidente del gruppo direttivo dell’Npc, sottolinea: “Adesso si parla di pace in Sri Lanka, ma questa non è la pace che cerchiamo. [Occorre] fiducia fra le comunità etniche e fra le comunità religiose; fiducia fra genitori e figli. Solo così ci sarà una vera pace”.

Dilhani Mudannayake, una studentessa di Kotte (Colombo), commenta in modo positivo lo scambio avvenuto in questi giorni. “Speriamo – dice – di potere incontrarci ancora in futuro e che ci sia una vera pace senza barriere”.

Anche per i giovani tamil del nord, c’è molto bisogno “di essere liberi per andare ovunque nel Paese e di parlare con tutti in modo libero. Abbiamo bisogno che i giovani singalesi vengano a farci visita”.

 

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