10/12/2018, 10.42
ALGERIA-ISLAM
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Giovane musulmano: La beatificazione dei martiri cattolici in terra d’islam

di Kamel Abderrahmani

È la prima beatificazione nel mondo musulmano.  Alla celebrazione ad Orano hanno partecipato anche alcuni imam. La beatificazione “è una forma di riabilitazione postuma, per rialzare l’immagine dell’Algeria, offuscata dalle orde islamiste selvagge”. Un suggerimento alle coraggiose autorità algerine: costruire una chiesa per questi 19 beati.

Parigi (AsiaNews) – Finalmente una buona notizia in Algeria: per la prima volta nella storia del mondo musulmano nei suoi rapporti con il cristianesimo, 19 religiose e religiosi sono stati beatificati nel pomeriggio dell’8 dicembre. La cerimonia ufficiale si è svolta al santuario di Notre-Dame de Santa Cruz, sulle alture di Orano. I religiosi sono stati tutti assassinati dall’islamismo nel decennio nero che l’Algeria ha conosciuto negli anni ’90 e che ha fatto più di 200mila vittime, di cui 114 imam.

I 19 religiosi sono stati proclamati beati davanti a una folla di circa 2mila persone, fra famiglie dei martiri, membri delle congregazioni religiose, fedeli della piccola Chiesa d’Algeria e alcuni imam e fedeli musulmani.

Come musulmano algerino, considero questi religiosi dei martiri assieme agli imam e agli altri algerini assassinati. Essi sono dei religiosi che hanno sacrificato la loro vita per Dio, per la pace e per l’amore. Ma non solo: per me, essi hanno dimostrato il loro attaccamento a questo Paese e al popolo algerino e sono venuti a portarci il loro aiuto mentre gli islamisti esprimevano l’odio verso questi nostri fratelli e sorelle. Anche se hanno avuto la possibilità di lasciare il territorio algerino, essi vi sono rimasti e hanno testimoniato l’attaccamento a questa terra e a questo popolo ferito, all’epoca della guerra civile scatenata dagli islamisti.

Senza alcun dubbio, questi religiosi sono stati assassinati a causa della loro fede perché l’islamismo vede in essi dei miscredenti che bisogna abbattere; un modo di farsi vicino al loro Dio sanguinario.

Non posso che salutare le autorità algerine che sono state all’altezza, autorizzando questo genere di cerimonia per la prima volta nella storia del mondo musulmano. Una cerimonia che va al di là della beatificazione: è una messa in luce della loro vita donata a Dio e all’Algeria; un messaggio sincero di fraternità, di dialogo, di pace, di tolleranza che va oltre l’assassinio dei beati.

Come musulmano, sono profondamente meravigliato da questa testimonianza, dalla loro vita donata nel nome dell’amore di Dio che può radunare anche coloro che non hanno la stessa religione.

Ciò che rende belli i cuori è il perdono, è una fraternità che viene vissuta fino alla fine. Le autorità algerine hanno fatto bene: anche per noi [questa beatificazione] è una forma di riabilitazione postuma, per rialzare l’immagine dell’Algeria, offuscata dalle orde islamiste selvagge, imbevute dal fanatismo religioso retrogrado. Il mio augurio è che dopo questa beatificazione, le autorità algerine procedano alla costruzione di una chiesa nel nome dei 19 martiri. Ciò vorrà dire che il Paese avrà trovato la pace, dopo aver sofferto così tanto a causa dell’integrismo islamista.

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