30/09/2016, 13.03
ISRAELE - PALESTINA
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Gerusalemme, ai funerali di Peres storica stretta di mano fra Netanyahu e Abu Mazen

Capi di Stato e di governo partecipano alle esequie dell’ex presidente israeliano. Per la prima volta dal 2010 Mahmud Abbas entra in Israele; dura la reazione di Hamas, che lancia una protesta. Presenti delegazioni di Egitto e Giordania. Il cordoglio di papa Francesco per la scomparsa di un “uomo di pace”. 

Gerusalemme (AsiaNews) - I leader mondiali sono riuniti in queste ore a Gerusalemme, per partecipare ai funerali dell’ex presidente e Primo Ministro (due i mandati) Shimon Peres morto il 28 settembre scorso all’età di 93 anni. Fra i capi di Stato e di governo presenti alle esequie il presidente Usa Barack Obama, il segretario generale Onu Ban Ki-moon, i premier di Canada, Australia, Italia e Olanda. E ancora, il presidente tedesco, francese e Ue, il segretario generale Nato, i reali di Spagna e Inghilterra. Ma più di tutti, a risaltare in prima fila sono il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen. 

Da oltre sei anni il leader dell’Olp non metteva piede a Gerusalemme, coi negoziati di pace fra Israele e Palestina congelati e la prospettiva dei due Stati sempre più remota. Una scelta, quella di Mahmud Abbas di essere presente ai funerali, criticata con forza da Hamas - che controlla la Striscia di Gaza - la quale ha invocato una Giornata della collera nei Territori. 

Tuttavia, il progetto di pace e distensione che Peres - soprattuto nell’ultima parte della sua attività politica - che non è riuscito a mettere in atto da vivo, l’ex presidente israeliano ha saputo tradurlo in un gesto effettivo con la sua morte. Oggi, a Gerusalemme, si è registrata infatti una storica stretta di mano (nella foto) fra Netanyahu e Abu Mazen.

Il leader palestinese, alla guida di una delegazione di alti funzionari, ha visitato Israele per la prima volta dal 2010. Come negoziatore fra i palestinesi, Abbas è una delle personalità firmatarie degli accordi di Oslo del 1993 e per i quali Peres - personalità “complessa”, favorevole a una pace funzionale alla sicurezza di Israele - aveva ricevuto il Nobel per la Pace l’anno seguente, con Arafat e Rabin.

Fonti palestinesi riferiscono che, con la sua presenza, Abu Mazen ha voluto inviare “un segnale forte” alla società israeliana. I palestinesi “sono favorevoli alla pace” e “apprezzano” gli “sforzi” di un “uomo di pace” come Shimon Peres. 

Durante la stretta di mano il premier israeliano e il premier palestinese si sono scambiati anche alcune brevi battute. Abu Mazen si è detto “lieto” di rivedere Netanyahu, dopo che “è passato molto tempo, molto tempo…” dall’ultimo incontro a Parigi, per il vertice sul clima. Il Primo Ministro ha replicato: “E una cosa che apprezzo moltissimo”. 

In mattinata la bara di Shimon Peres, scortata da un picchetto d’onore militare, ha lasciato la camera ardente situata in un’aula del Parlamento per dirigersi sul monte Herzl, dove si trova il cimitero nazionale di Israele, per la solenne cerimonia di Stato. Il suo corpo verrà sepolto accanto a molte altre personalità israeliane di primo piano, che hanno fatto la storia del Paese. 

Ai funerali è presente anche una delegazione di Egitto e Giordania, le due sole nazioni arabe che hanno firmato un accordo di pace con Israele.

Oltre 8mila agenti e membri della sicurezza sono schierati per tutta la città, a tutela della sicurezza delle migliaia di persone - e dei dignitari del mondo - intervenute per le esequie. Secondo fonti locali si tratta del più importante - e partecipato - evento in Israele dal funerale dell’allora Primo Ministro Yitzhak Rabin, assassinato da un colono ebreo estremista nel novembre del 1995. 

Nei giorni scorsi anche papa Francesco ha reso omaggio alla memoria dello statista israeliano, scomparso il seguito alle complicanze di un ictus per il quale era ricoverato dal 13 settembre, definendolo uomo di “pace” e di “perseveranza”. In un telegramma inviato al presidente Reuven Rivlin, il pontefice ha auspicato che “la sua memoria e i molti anni di servizio ispireranno tutti noi a lavorare con sempre maggiore urgenza per la pace e la riconciliazione tra i popoli”.

Ricordando “con affetto” la visita in Vaticano di Peres, il papa ha quindi aggiunto: “La sua eredità sarà autenticamente onorata e il bene comune per il quale egli ha diligentemente lavorato troverà nuove espressioni, se l’umanità si sforzerà di avanzare nel cammino verso una pace duratura”. Francesco ha infine rinnovato il suo “grande apprezzamento” per “gli ultimi sforzi instancabili in favore della pace” ed esteso la personale benedizione e preghiera per la famiglia e tutta la nazione. 

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