28/03/2011, 00.00
GIAPPONE
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Fukushima ancora fuori controllo: mesi o anni per tornare alla normalità

Cresce la radioattività nell’acqua di mare vicina ai reattori 5 e 6, mentre ci sono problemi per rimettere in funzione il sistema normale di raffreddamento. Un esperto inglese afferma: “La complessità della situazione è sicuramente eguale a quella di Chernobyl”.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Un tasso di “iodio 131” 1.150 volte superiore al normale è stato rilevato nell'acqua di mare prelevata ad appena 30 metri di distanza dai reattori 5 e 6 della centrale nucleare di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma dell'11 marzo. Lo rende noto l'Agenzia per la Sicurezza nucleare nipponica. Fino ad ora i test erano stati praticati nella parte sud dell'impianto, nei pressi dei reattori 1-4, i più danneggiati: qui il livello di “iodio 131” nell'ultima rilevazione è risultato 2mila volte superiore al normale. I tecnici che combattono a  Fukushima nel tentativo di riportare alla normalità la situazione della centrale, si scontrano con problemi crescenti Alcuni esperti parlano di uno scenario non diverso da quello di Chernobyl, il peggior disastro  nucleare finora registrato. Agli altri problemi si sono aggiunti errori di calcolo nei tassi di radioattività, e la mancanza di vasche adeguate per contenere grandi quantità di acqua contaminata. I tecnici stanno lavorando per rimuovere l’acqua contaminata dalla centrale, e rimettere in funzione il sistema normale di raffreddamento.

Ieri la Tepco (Tokyo Electric Power Company), la società che gestisce Fukushima, ha dichiarato che il tasso di radioattività nell’acqua del reattore 2 era 10 milioni di volte superiore al normale; e i lavoratori sono stati allontanati dalla centrale. Alla fine della giornata la Tepco ha dovuto ammettere che la cifra era inferiore di 100 volte a quella dichiarata inizialmente. Il governo ha giudicato l’errore “inaccettabile”. Il vicepresidente della Tepco, Sakae Muto, ha dichiarato di non sapere “quanti mesi o anni ci vorranno” per riportare alla normalità Fukushima.

In questo scenario destano inquietudine le dichiarazioni del dott. Robert Gale, ematologo dell’Imperial College di Londra, che dopo aver visitato il sito ha dichiarato che la “complessità è sicuramente eguale a Chernobyl in termini di cercare di capire come contenere la situazione e come alleviare i danni nel reattore”. E ha aggiunto che la situazione a Chernobyl era in realtà più semplice, perché il reattore era esposto e “bombardabile” mentre a Fukushima la struttura è intatta e sono gli uomini che devono entrare per capire che cosa sta accadendo. “E’ una situazione molto difficile”.

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