16/10/2019, 08.51
IRAN - STATI UNITI
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Fmi, le sanzioni Usa hanno affossato l’economia iraniana: -9,5%

Per gli esperti il calo è ancora più significativo rispetto alle stime iniziali del 6%. Confermati i dati diffusi la scorsa settimana dalla Banca mondiale che parla di un volume commerciale inferiore del 90%. La Repubblica islamica attraversa un “grave disagio macroeconomico”. L’inflazione al 35,7%. 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Secondo le previsioni degli esperti del Fondo monetario internazionale (Fmi) l’economia iraniana è destinata a diminuire del 9,5% nell’anno corrente, con un calo ulteriore rispetto alle previsioni iniziali che si attestavano attorno al 6%. Un crollo che ha già avuto pesanti ripercussioni sulla vita delle persone e che è frutto delle sanzioni statunitensi contro la Repubblica islamica. 

Le prospettive del Fmi, pubblicate ieri nel rapporto annuale World Economic Outlook, si allineano alle fosche previsioni già diffuse la scorsa settimana dalla Banca mondiale. Entro la fine dell’anno finanziario 2019/20, l’economia iraniana sarà del 90% inferiore come volume complessivo rispetto al dato dei due anni precedenti. 

La Repubblica islamica, fra i più importanti produttori di petrolio al mondo, ha registrato una impennata nei proventi della vendita di greggio a partire dalla firma dell’accordo nucleare nel 2015. Un patto storico con - fra gli altri - Stati Uniti, Cina e Russia, il quale ha messo fine alle sanzioni comminate tre anni prima contro il programma atomico degli ayatollah.

Tuttavia, l’accordo ha avuto vita breve e la vittoria alle presidenziali Usa nel 2016 di Donald Trump ha aperto una nuova fase di tensione fra Iran e Stati Uniti, culminata con la decisione nel maggio dello scorso anno di ritirarsi dall’accordo nucleare (Jcpoa) del 2015. La Casa Bianca ha introdotto le più dure sanzioni della storia, rafforzato la presenza militare e azzerato le esportazioni di petrolio, colpendo la popolazione e innescando una gravissima crisi economica.

Per molti analisti esse rappresentano una delle “armi” più pesanti nel contesto della “guerra economica” lanciata da Washington a Teheran. Questa politica di “massima pressione” ha già provocato gravi danni alla popolazione, come la mancanza di medicine e chemioterapici

Nei mesi scorsi il Fmi aveva previsto una contrazione del 6% per l’economia iraniana per l’anno corrente. Tuttavia, le stime erano precedenti la decisione di Washington di aprile di porre fine a sei mesi di esenzioni che avevano permesso a otto grandi importatori di continuare a comprare greggio iraniano, seppure a volumi ridotti. 

Il fondo ha affermato che l’Iran, insieme ad altre economie emergenti, continua a sperimentare “un grave disagio macroeconomico”. Un calo della valuta iraniana, in seguito alla reintroduzione delle sanzioni, ha di fatto interrotto il flusso del commercio estero dell’Iran e alimentato l’inflazione s base annua, che per gli esperti del Fmi quest’anno toccherà il 35,7%.

In base al tasso ufficiale un dollaro è scambiato a 42mila rial (la moneta locale). In realtà, secondo il sito web bonbast.com, specializzato nelle valute, il valore di mercato attuale è di circa 115mila rial per un dollaro.

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