23/07/2019, 08.43
INDONESIA
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Esperti musulmani: archiviate le presidenziali, ricostruire l’unità contro bufale e fake news

di Mathias Hariyadi

Il voto che ha portato alla conferma di Widodo ha anche mostrato un Paese spaccato. Notizie montate o campagne denigratorie hanno inquinato la campagna elettorale. Un fenomeno in preoccupante crescita. Preservare il volto “multi-colore” e combattere quanti alimentano l’estremismo. 

Jakarta (AsiaNews) - “Ricostruire l’Indonesia” preservando il valore dell’unità nella diversità, per sanare il Paese dopo una campagna elettorale per le presidenziali improntata all’odio, alle divisioni, alle “fake news” sempre più diffuse in rete per screditare l’avversario politico. Con questo spirito nei giorni scorsi la “Casa di Gus Dur” (Griya Gus Dur) a Pegangsaan, Central Jakarta, ha ospitato l’intervento di due leader musulmani di primo piano. Un compito essenziale, sottolineano i due relatori, per ricostruire un percorso comune in una nazione divisa in due dopo il voto. 

Il primo relatore intervenuto all’incontro è il professore Sumanto al-Quertuby, scrittore, esperto di media e docente di Antropologia alla King Fahd University, in Arabia Saudita. La seconda voce dell’incontro è quella di Anita Wahid, figlia dell’ex presidente Abdurrahman “Gus Dur” Wahid.

Entrambi sono intervenuti su invito della Universal Community (KU) e della Komunitas GusDurian, una associazione che si ispira alle idee dell’ex capo di Stato e promuove il dialogo fra etnie e la tutela di ciascun gruppo - anche minoritario - in Indonesia. L’evento ha registrato il sostegno pubblico della Bina Swadaya, la più importante ong del Paese per democrazia e diritti. 

Parlando di pluralismo e diversità caratteristiche della nazione, al-Quertuby afferma che l’Indonesia è “speciale” per etnie, linguaggi, valori sociali e culture. Per questo le autorità devono preservare il volto “multi-colore”, facendo attenzione a che non prevalgano gruppi radicali che fomentano odio, divisioni e muri fra persone basandosi sul fatto che “non siamo tutti uguali”. 

Il docente attacca con forza i gruppi radicali musulmani, che ripudiano la democrazia e propongono quello del “Califfato” quale modello per superare i problemi sociali. Anche nei Paesi “prosperi” del Medio oriente, prosegue, “i gruppi radicali non sono bene accetti”. Essi “crescono” e “si sviluppano” solo “nelle nazioni europee “in cui la democrazia è ben radicata e garantita”.

Da ultimo egli ricorda l’epoca del dittatore Suharto (1967-1998), in cui i movimenti estremisti erano “monitorati” e solo dopo la sua caduta e l’avvio del processo democratico “sono venuti alla luce”. Ecco perché, conclude, “l’idea che siano contro la democrazia è senza fondamento” perché “da essa ne traggono beneficio”. 

Anita Wahid, figlia di Gus Dur, ha incentrato il proprio intervento su “bufale” e “fake news” che inquinano l’ambiente politico, sociale e istituzionale del Paese. L’intellettuale ricorda i passaggi delle elezioni presidenziali nel 2014 e nel 2019, sottolineando gli attacchi verbali e non solo rivolti al “nuovo” contendente Joko Widodo, che quest’anno ha ottenuto la conferma al secondo mandato. Nei mesi scorsi, durante la campagna elettorale, un movimento di massa “ha fomentato l’odio pubblico” contro Widodo, ma “anche in questa [seconda] occasione il piano è fallito”. 

A dispetto della vittoria del presidente uscente, più forte di ogni “fake news”, nella società emergono fenomeni preoccupanti, osserva Wahid. Bufale e calunnie che sfruttano l’ostilità verso ciò che è avvertito come “diverso”, pur facendo anch’egli parte del tessuto nazionale. “Le bufale - avverte - stanno fiorendo come mai prima d’ora in Indonesia, semplicemente perché questi metodi per disseminare ‘informazioni’ agiscono nel mondo virtuale e alimentano emozioni” che spingono, come vuole colui che le crea, “all’odio o alla sfiducia verso il pubblico”. 

E i numeri confermano la gravità del problema: dalle 10 “bufale” al mese fatte circolare nel 2015 via sms, siamo passato alle 27 nell’anno successivo, a 584 al mese nel 2017, poi 83 al giorno lo scorso anno, fino a toccare quota 100 al giorno quest’anno.

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