25/09/2015, 00.00
SINGAPORE - INDONESIA
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Emergenza roghi: Singapore chiude le scuole, distribuisce mascherine e accusa Jakarta

Le autorità della città-Stato hanno ordinato la chiusura di asili nido, scuole primarie e secondarie. Iniziata la distribuzione di mascherine a tutta la popolazione. I livelli di inquinanti superiori a 300, un dato considerato “pericoloso” per la salute dei cittadini. Jakarta e Singapore ai ferri corti per l’emergenza.

Singapore (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità di Singapore hanno chiuso per la seconda volta le scuole della città e hanno ordinato la distribuzione di mascherine alla popolazione, quali misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza inquinamento causato dai roghi nella vicina Indonesia. Il governo ha inoltre definito “scioccanti” le dichiarazioni dei vertici di Jakarta, la cui risposta al problema incendi è ritenuta "insufficiente e tardiva". 

Da tre settimane la città-Stato è avvolta da una coltre di smog e foschia, proveniente dalla vicina isola indonesiana di Sumatra, epicentro dei roghi. Dal 2013 con cadenza ciclica e in concomitanza con la stagione asciutta si verificano simili fenomeni che, quest’anno, hanno assunto proporzioni mai registrate prima. 

Il quotidiano di Singapore Straits Times riferisce che la chiusura di tutte le scuole primarie e secondarie, oltre agli asili nido statali, è “senza precedenti” con un livello di inquinanti superiore a 300 e definito “pericoloso”. Con l’aumento degli inquinanti cresce, di pari passo, anche l’insofferenza delle autorità e dei cittadini.

Il ministro degli Esteri K. Shanmugam punta il dito contro alcuni funzionari governativi e amministratori locali in Indonesia, che mostrano “totale disinteresse” verso un problema drammatico che colpisce le popolazioni di Singapore e Indonesia, oltre che la Malaysia.

Egli non indica nomi in particolare, ma appare evidente il riferimento al vice-presidente Jusf Kalla il quale, nel marzo scorso, ha detto che “le nazioni vicine” devono “ringraziare” l’Indonesia per la buona qualità dell’aria “per la maggior parte dell’anno”. 

Da settimane una densa coltre di fumo, sprigionata da incendi dolosi o provocati dagli agricoltori per ripulire i campi, avvolge intere aree dell’arcipelago e provoca seri danni alla salute dei cittadini. Nei giorni scorsi in Malaysia e autorità hanno ordinato la temporanea chiusura delle scuole a Kuala Lumpur e nelle aree circostanti. 

Ambientalisti e attivisti puntano il dito contro le compagnie dedite alla produzione di olio di palma, in particolare i coltivatori illegali, i principali responsabili dei roghi. L’emergenza roghi aveva colpito il Paese anche l’anno scorso quando, secondo i dati del dipartimento della Salute di Pkanbaru, 30mila persone hanno sofferto di gravi problemi respiratori a causa del fumo.

Contro l’emergenza roghi in Indonesia, causa di forti nebbie e problemi respiratori anche nei Paesi vicini, il presidente Joko “Jokowi” Widodo mette in campo l’esercito e la polizia, promettendo pene esemplari contro i responsabili. Nei giorni scorsi le forze dell’ordine hanno aperto un’inchiesta e hanno già operato alcuni arresti fra i presunti responsabili (assieme a mandanti e beneficiari) dei roghi. 

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