Emergenza roghi, Jakarta prepara un’evacuazione di massa
Jakarta (AsiaNews) – L’emergenza roghi non dà tregua all’Indonesia, che per arginare la situazione sta pensando ad una risoluzione drastica: l’evacuazione di massa. Da settimane, i fumi causati dagli incendi (dolosi) in più parti del Paese stanno mettendo in ginocchio la popolazione, che soffre disagi e danni alla salute. L’operazione – non è stata decisa una data – riguarderà gli abitanti nelle provincie più colpite e, secondo le autorità, solo i soggetti più vulnerabili, cioè anziani e bambini.
Qualche giorno fa, Jakarta aveva lanciato la più grande operazione anti-incendi della sua storia, ma i risultati non si sono ancora visti. Intere regioni continuano a bruciare in sei provincie dell’Indonesia, sia a Sumatra che nelle isole del Borneo. Palagkaraya, nella provincia del Borneo centrale, è una delle zone più colpite. Lì, la visibilità varia dai 5 ai 50 metri e la gente è costretta a rinchiudersi in casa a causa delle “sostanze tossiche” nell’aria che hanno raggiunto i 3400 mg/m3. Il limite per un’aria respirabile è 350 mg/m3. Le scuole chiudono in continuazione e non riapriranno fino al 31 ottobre. Prakirawan, dell’agenzie meteorologica del Borneo centrale, afferma: “Questo è il tasso più alto e più pericoloso per la salute che si sia mai registrato a Palagkaraya”.
A causa della fitta foschia causata dai roghi, i traporti sono in tilt. Guidare automobili è diventato pericoloso e gli aeroporti subiscono ritardi e cancellazioni in tutto il Paese. Secondo i dati del ministero della Salute, almeno 425.700 persone hanno avuto infezioni respiratorie dovute ai fumi.
Luhut Panjaitan, ex ministro della Sicurezza, conferma l’intenzione del governo di organizzare evacuazioni mirati in alcune zone. Oggi, infatti, c’è stato un summit d’urgenza fra i ministri, il presidente Joko Widodo e il vice-presidente. Le persone verranno portate in aree attrezzate con strutture in grado di rimediare ai danni causati dal fumo. “Abbiamo queste strutture – afferma Panjaitan – ma dobbiamo ancora metterle a punto”.
Un secondo piano prevede lo spostamento di centinaia di migliaia di persone all’interno delle città meno colpite dai fumi. “Per esempio Banjarmasin, nel sud Kalimatan è poco affetta da inquinamento – afferma Panjaitan – e potremmo chiedere alla persone di spostarsi là”.
Se entrambi i piani dovessero fallire, qualcuno ha proposto di imbarcare i cittadini sulle navi della marina militare e portarli a largo della costa, in attesa che l’emergenza passi.
I termini delle operazioni sono ancora vaghi: “Andrò sul terreno per vedere gli sviluppi della situazione e per valutarla – conclude Panjaitan –. Abbiamo rivelato i nostri piani e siamo pronti in qualsiasi momento a condurre l’evacuazione con l’esercito”.