06/02/2009, 00.00
IRAQ
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Elezioni provinciali: vincono i partiti laici. Secca sconfitta per i movimenti religiosi

Scrutinate il 90% delle schede. Successo per il partito di al Maliki a Baghdad e Bassora. Il premier e i suoi alleati in vantaggio in dieci delle 14 province in cui si è votato. Denuncie di brogli nell’area sunnita, a ovest del Paese. Oggi visita a sorpresa del segretario generale Onu in Iraq.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Vittoria per il partito del premier Nouri al Maliki (State of Law) e dei suoi alleati, che rafforza la leadership nel Paese, pur senza ottenere una maggioranza schiacciante. Secca sconfitta per il Supreme Islamic Iraqi Council (Isci), il principale movimento sciita di ispirazione religiosa. Significativo passaggio verso la laicizzazione della politica irakena: gli elettori hanno privilegiato il carattere nazionalista di un partito – improntato al buon governo e alla lotta alla corruzione – piuttosto che la componente religiosa radicale.

È quanto emerge dai primi risultati ufficiali della Commissione elettorale indipendente sull’esito delle elezioni provinciali, tenutesi il 31 gennaio scorso in 14 delle 18 province dell’Iraq. Ieri pomeriggio Faraj al-Haidary, capo della Commissione, ha riferito che il 90% delle schede sono state scrutinate e ha fornito i primi dati ufficiali.

I risultati definitivi, l’assegnazione dei 440 seggi in palio e la formazioni dei consigli provinciali – chiamati poi a eleggere il governatore – saranno resi noti solo fra tre settimane, a causa delle complicate operazioni di distribuzione dei seggi fra i vincitori.

I candidati vicini al premier al Maliki hanno vinto in 10 delle 14 province in cui si è votato. A Baghdad e Bassora il successo del partito di governo è netto, con percentuali attorno al 38%. Nella capitale al secondo posto troviamo la fazione radicale sciita di Moqtada al Sadr e gli islamici sunniti con un 9%. Perde terreno l’Isci che racimola un misero 5,4%; il partito di ispirazione religiosa raccoglie un maggior numero di voti a Bassora, nel sud del Paese, dove si piazza al secondo posto con l’11,6% di voti. In molte altre province del sud, fra cui Najaf, la vittoria del partito del primo ministro appare meno netta e apre lo scenario a possibili future alleanze, in vista delle elezioni politiche di fine 2009.

Nel governatorato di Ninive si aggiudica la maggioranza dei voti il partito nazionalista sunnita con il 38,4% dei consensi, seguito dall’alleanza Kurda con il 25,5%. Alle elezioni politiche del 2005 la fazione sunnita aveva boicottato il voto, dando vita a una situazione di tensione che è poi sfociata in una serie infinita di attentati e violenze. Il tentativo di spostare la lotta sul piano politico potrà risultare decisivo per garantire maggiore sicurezza nell’area.

La provincia di Anbar, nell’ovest dell’Iraq e a maggioranza sunnita, è al centro di una disputa a causa di presunte irregolarità durante le procedure di voto. Dai primi risultati appare probabile la vittoria del blocco sunnita – critico verso il governo di al Maliki – legato alle tribù insorte due anni fa contro la presenza di al Qaeda. 

Un altro elemento positivo è la situazione di relativa calma che si respira nel Paese, all’indomani dei primi risultati ufficiali: un segnale ulteriore del cammino verso la stabilizzazione dell’Iraq. Oggi visita a sorpresa a Baghdad del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, per una serie di incontri con la leadership politica nazionale. Al centro degli colloqui gli esiti del voto delle elezioni provinciali.

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