29/03/2019, 11.49
RUSSIA-UCRAINA
Invia ad un amico

Elezioni in Ucraina: favorito il comico Volodymir Zelensky

di Vladimir Rozanskij

I candidati per il voto del 31 marzo sono ben 39. Il presidente uscente, Petro Poroshenko, sfrutta slogan anti-russi. La ex premier Yulia Timoshenko è data al 17% nei sondaggi. Il comico Zelensky raccoglie le frustrazioni della popolazione contro la corruzione e la guerra. Forse vincerà al secondo turno.

Mosca (AsiaNews) - Domenica 31 marzo si tengono in Ucraina le elezioni presidenziali, che chiuderanno il primo mandato di Petro Poroshenko, il “presidente del Majdan” eletto dopo la rivoluzione del 2014. Sarà la verifica dell’attuale orientamento della popolazione, stanca di conflitti e polemiche, che sembra piuttosto voler scaricare l’attuale classe dirigente, incapace di realizzare il sogno di un paese libero e democratico.

I candidati sono ben 39: un record a livello mondiale. Del resto le campagne presidenziali ucraine sono sempre state piuttosto convulse. Il Paese nato dalla fine dell’Unione Sovietica quasi 30 anni fa, e da sempre diviso soprattutto sulla relazione con gli ex-padroni russi, ha visto sfilare candidati di ogni genere, con vicende anche eclatanti. Nel 2004 il candidato Viktor Yushenko fu avvelenato con la diossina, e già nel 1999 la candidata Natalja Vitrenko fu quasi fatta saltare in aria da una granata. Le ultime elezioni del 2014 si tennero in pieno stato di guerra, pochi giorni dopo il referendum di annessione russa della Crimea, e non parteciparono neppure le regioni di Donetsk e Lugansk, anche oggi separate dal conflitto bellico.

Questa volta pare non siano in vista eccessi e sorprese clamorose. Certo, la disparità di condizioni tra i candidati è piuttosto evidente; sono in gioco anche alcuni magnati delle televisioni, ma questa non è una novità. Scandali e denunce reciproche, magari con l’aiuto di troll russi e stranieri, sono sempre in agguato, ma per ora senza obiettivi espliciti. Sembra proprio che, forse per la prima volta, gli ucraini potranno davvero esercitare con efficacia i diritti democratici della partecipazione al futuro del proprio Paese.

Il presidente uscente ha cercato di drammatizzare la campagna con lo slogan più tradizionale: “O Poroshenko, o Putin!”. Gli altri avversari sono descritti come deboli, e quindi pronti a cedere di fronte ai russi, o soltanto dei fanfaroni incapaci di realizzare le proprie promesse. Alla prima categoria si dovrebbe iscrivere la principale avversaria storica, la ex-premier Yulia Timoshenko, che pure subì arresti e condanne per colpa dei rapporti economici con i russi e non solo, ma che molti ritengono sia la scelta preferita dallo stesso Putin. Oggi la Timoshenko è situata nei sondaggi più o meno allo stesso livello di Poroshenko, intorno al 17%, mentre a guidare le statistiche sarebbe il comico televisivo Volodymir Zelensky, accreditato del 27% circa dei consensi.

Pur apparendo come un filo-russo (Zelensky tiene i suoi spettacoli sempre in lingua russa), il comico è in realtà il candidato “antisistema” per eccellenza, solo contro tutti, e per questo così sostenuto dalle masse di scontenti e temuto dal Cremlino, che non saprebbe come condizionarlo. Anche un altro uomo di spettacolo, il cantante Svjatoslav Vakarchuk, esprime chiari sentimenti di antipolitica, e per questo la sua candidatura (solo virtuale) raccoglie a sua volta delle percentuali interessanti nelle ipotesi dei sociologi, che potrebbero aggiungersi a quelle dello stesso Zelensky.

E’ difficile che emerga un candidato in grado di vincere al primo turno con oltre il 50% come nel 2014, sotto la pressione dell’invasione russa. Le previsioni danno Zelensky vincitore al secondo turno, contro Poroshenko o Timoshenko. Attorno al comico si sono radunati anche importanti economisti e riformatori, che danno alla sua candidatura un aspetto un po’ meno paradossale. L’attore umorista, infatti, è diventato famoso dopo un serial televisivo in cui impersonava il presidente, e dalla satira è passato alla realtà.

Le ragioni del successo di Zelensky sono ben note: la corruzione diffusa e la guerra con la Russia, che hanno portato tutti all’esasperazione, con una forte reazione negativa rispetto al presidente uscente e alla sua “casta”. I tentativi di Poroshenko di elevarsi moralmente e spiritualmente con la sponsorizzazione sfacciata della nuova Chiesa ortodossa autocefala non hanno allontanato le accuse nei suoi confronti, anzi gli hanno procurato ulteriori antipatie. Se anche la maggioranza degli ucraini, soprattutto occidentali, è favorevole all’indipendenza ecclesiastica, questo non giustifica l’ingerenza statale nelle questioni religiose. Al massimo, diversi elettori lo voteranno obtorto collo per il comune odio verso i russi, nel timore che altri candidati possano cedere a Putin.

La sempreverde Yulia Timoshenko ha dalla sua parte il ben noto carisma di “madre della patria”, insieme alle capacità economiche dimostrate nella lunga e spregiudicata carriera di oligarca, prima ancora che di personaggio politico. Ha promesso di abbassare i costi energetici per la popolazione a meno della metà degli attuali. Ma ciò è possibile solo grazie ad accordi con i russi. Ci sono anche candidati esplicitamente filo-russi, legati all’ex-presidente Yanukovich, ma si sono messi a litigare tra loro riducendo ulteriormente le loro chance di affermazione. La nuova Ucraina potrebbe quindi rinascere dai giovani, accostando un giovane comico come Zelensky al giovane metropolita Epifanyj di Kiev.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
La vittoria di Zelensky. L’Ucraina volta di nuovo pagina
23/04/2019 13:44
Da Kiev scomparsi il presidente Yanukovych e le forze di sicurezza
22/02/2014
Filaret si distacca dalla Chiesa autocefala ucraina. Epifanyj vicino ai greco-cattolici
14/05/2019 11:04
Nasce la nuova Chiesa ucraina, e l’Ortodossia si divide
07/01/2019 08:29
Bartolomeo consegna il Tomos di autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina
07/01/2019 08:23


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”