26/11/2019, 09.21
HONG KONG - CINA
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Elezioni ad Hong Kong: Pechino censura; Carrie Lam distorce

di Paul Wang

Xinhua accenna solo alle elezioni, senza dare i risultati; Global Times li cita, ma consiglia di non dare ad essi troppa importanza. Carrie Lam si sente sostenuta da Pechino, nonostante i risultati. Ma la Cina crea un centro di crisi a Shenzhen per studiare con più accuratezza la situazione.

Hong Kong (AsiaNews) – La stupefacente vittoria del campo democratico alle elezioni distrettuali tenutesi due giorni fa, trova poco o nessuno spazio nei media della Cina. Anche Carrie Lam, capo dell’esecutivo nel territorio, distorce i risultati e afferma che Pechino apprezza il suo lavoro.

Ieri, dopo molte ore di silenzio, la Xinhua, l’agenzia governativa, si è ridotta solo a dire che le elezioni erano avvenute, senza comunicare alcun risultato: né la vittoria dei democratici, né la cocente sconfitta dei candidati pro-Pechino.

Solo il “Global Times”, magazine del Partito comunista (in lingua inglese, e quindi accessibile a pochissimi nel Paese) ha osato dire che i democratici hanno vinto, ma si è subito affrettato a dire che “non c’è bisogno di dare troppe interpretazioni alla vittoria dei pan-democratici”.

La maggior parte dei media - fra cui il “Quotidiano del Popolo”, organo ufficiale del Partito – ha ribadito la linea ufficiale tracciata dal presidente Xi Jinping: la cosa più importante per Hong Kong è riaffermare l’ordine e la sicurezza, fermare la violenza e resistere all’influenza di potenze straniere.

Il tema “violenza” appare anche nelle dichiarazioni di Carrie Lam, che ieri ha apprezzato il fatto che le elezioni si siano svolte “in modo ordinato”. Ma anche lei ha sminuito la vittoria dei democratici e ha sottolineato che il 41% della popolazione ha sostenuto i candidati pro-Pechino perché “insoddisfatti delle violenze” di questi mesi.

La Lam ha anche detto che non si sente “accusata” da Pechino per la sconfitta elettorale.

In ogni caso, Pechino è molto preoccupata dei risultati. Secondo informazioni raccolte da Reuters, il governo centrale ha aperto un centro di crisi a Shenzhen per studiare e controllare la crisi di Hong Kong. Il Partito sta programmando anche di sostituire Wang Zhimin, il capo dell’Ufficio per i rapporti fra Pechino e Hong Kong (Liaison Office), accusato di aver mal compreso il malessere della popolazione. Reuters cita un rappresentante del governo che dice: “Il Liaison Office si è mescolato con i ricchi e le élite cinesi della città e si è isolato dal popolo. Questo deve essere cambiato”.

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