22/08/2019, 08.00
LIBANO
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Economia, sicurezza e Costituzione: l'incontro fra Aoun e il patriarca Raï

L’incontro si è tenuto ieri nella sede presidenziale estiva di Beiteddine. Il nodo dell’art. 95 della Costituzione sul confessionalismo e le quote nelle istituzioni pubbliche. Per il porporato bisogna arrivare al criterio di selezione basato su “esperienza e competenza”. Una strategia di difesa per salvaguardare il Paese dalle tensioni esterne.

Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Questioni economiche, sociali, strategie di difesa e l’articolo 95 della Costituzione, considerato un punto fermo contro le derive confessionali e settarie che polarizzano il Medio oriente e rischiano di colpire anche il Libano. Sono questi i temi principali al centro dell’incontro, avvenuto ieri nella sede estiva del presidente a Beiteddine, fra il patriarca maronita card. Beshara Raï e il capo dello Stato Michel Aoun. Una visita di cortesia, ha aggiunto il porporato, dopo la decisione di trasferirsi “che ha creato un’atmosfera cordiale dopo le recenti tensioni”. 

Al termine dell’incontro il patriarca maronita ha illustrato le ragioni alla base del faccia a faccia con Aoun. A cominciare dalla sede di Beiteddine, che mira a “consolidare la storica riconciliazione” fra cristiani e drusi al Monte Libano. “Abbiamo discusso - ha proseguito - della questione economica, le cui ripercussioni vanno a incidere sull’intera popolazione”. 

Al riguardo, oggi è prevista una importante riunione di governo dedicata al tema economico, che dovrebbe delineare le strategie future del Paese per affrontare e superare la crisi. Un nuovo piano di sviluppo, unito alla valorizzazione della diversità religiosa e culturale, sono per il card. Raï - come più volte sottolineato nell’ultimo periodo - i passi da compiere per salvare una nazione definita “alla deriva”, a causa delle decisioni di politici e istituzioni incapaci. 

Il presidente Aoun e il primate della Chiesa maronita hanno quindi affrontato il tema dell’articolo 95 della Costituzione, con il cardinale che tiene a sottolineare che la Carta “va applicata per intero e non solo per aspetti mirati”. La norma, in particolare, “non deve impaurire, quanto piuttosto essere elemento di garanzia per tutto il popolo”.

In riferimento all’art. 95, Aoun ha chiesto al Parlamento di indire una sessione speciale per delineare i termini di applicazione nel contesto della Costituzione, dopo alcuni contrasti emersi di recente sulle assunzioni negli organi statali. Il testo della legge prevede che “la Camera dei deputati eletta nei termini di una uguaglianza fra cristiani e musulmani” è chiamata a “prendere misure appropriate” per “l’abolizione del confessionalismo politico”. 

La norma costituzionale prevede inoltre che “il principio della rappresentanza confessionale nel pubblico impiego, nella magistratura, nell’esercito e nelle istituzioni preposte alla sicurezza” sia “cancellato” in accordo con i passi da compiere in un’ottica di “riconciliazione nazionale”. A questo criterio si deve sostituire quello “dell’esperienza e della competenza”.

Il tema della rappresentatività nelle istituzioni non è solo una questione formale, in una nazione multietnica e multiconfessionale, in cui i poteri e le cariche sono definiti nella Costituzione e che si fonda sulla parità fra musulmani e cristiani. Un principio consolidatosi dopo anni di sanguinosa guerra civile e che rischia di essere messo in crisi da una crescita demografica che, di fatto, oggi premia i fedeli dell’islam (sunniti e sciiti, anch’essi peraltro divisi e in lotta per il potere). 

Da ultimo, il patriarca maronita ricorda che una strategia di difesa nazionale è “essenziale” per il Paese. “Deve essere approfondita ed elaborata - ha concluso il porporato - perché è di necessità vitale per il Libano” minacciato da conflitti regionali e potenze internazionali presenti nell’area.

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