Duterte a Pechino: “Mi separo dagli Stati Uniti, l’America ha perso”
Il presidente filippino è da alcuni giorni in visita a Pechino. Parlando della Grande sala del popolo, si è rivolto ai businessman cinesi: “Sarò dipendente da voi per tutto il tempo”. Manila e Pechino hanno annunciato accordi commerciali per 13,5 miliardi di dollari e firmato 13 memorandum d’intesa. Portavoce Usa: “Sorpresi”. Ministro filippino: “Non interrompiamo i commerci con Washington”.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Annuncio “la mia separazione dagli Stati Uniti, non dal punto di vista sociale ma da quello militare ed economico. L’America ha perso”. È la dichiarazione-shock pronunciata dal presidente filippino Rodrigo Duterte nella Grande sala del popolo a Pechino, dove egli si trova da alcuni giorni per una visita di Stato. Rivolgendosi ai businessman cinesi presenti, Duterte ha aggiunto: “Mi separo da loro e quindi sarò dipendente da voi per tutto il tempo. Ma non abbiate paura, anche noi vi aiuteremo, come voi ci aiuterete”.
Le parole del presidente filippino confermano il cambio di politica estera del Paese che Duterte ha introdotto da diverso tempo, dichiarando di voler allentare i rapporti “troppo stretti” con Washington e migliorare il dialogo con Pechino.
Cina e Filippine hanno annunciato accordi commerciali per 13,5 miliardi di dollari. Duterte e il presidente cinese Xi Jinping hanno firmato 13 memorandum di intesa che vanno dai commerci al controllo dei narcotici, dalla sicurezza marittima alle infrastrutture. Il capo di Stato filippino ha auspicato che la Asian Infrastructure Investment Bank, guidata da Pechino, possa investire nelle Filippine, mentre la Cina considera Manila un importante tassello del progetto “una cintura, una strada”. Il ministro filippino del Commercio, Ramon Lopez, ha affermato che gli scambi con il Dragone potrebbero raggiunge i 60 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.
Duterte ha dichiarato di essersi “reinserito nella corrente ideologica” della Cina e di voler “andare in Russia per parlare con Putin e dirgli che siamo in tre contro il resto del mondo: Cina, Filippine e Russia”.
John Kirby, portavoce del Dipartimento di Stato americano, si è detto “sorpreso” dalle parole del presidente filippino, che sono “senza alcuna ragione in contrasto con gli stretti rapporti che abbiamo con il popolo filippino e con il governo”. Ramon Lopez si è affrettato però a sminuire le dichiarazioni di Duterte, assicurando che “in termini di rapporti economici, non termineremo gli scambi e gli investimenti con l’America”.
In uno dei memorandum, Cina e Filippine si sono accordate per la creazione di una “Commissione congiunta di guardia costiera e cooperazione marittima” nel mar Cinese meridionale. La regione è da anni teatro di una disputa fra i Paesi dell’Asean e Pechino. A luglio la Corte dell’Aia – su richiesta espressa anni fa da Manila – ha condannato la politica aggressiva di Pechino, ma Duterte ha definito l’arbitrato “un pezzo di carta con quattro angoli” dichiarando di voler discutere dell’argomento “un altro giorno”.