10/06/2005, 00.00
AFGHANISTAN
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Dopo rilascio Cantoni, Kabul e Ong affrontano il problema sicurezza stranieri

di Marta Allevato

Parroco di Kabul: gioia per la liberazione di Clementina. Operatori stranieri hanno bisogno di più sicurezza, ma per questo è necessario maggiore controllo delle autorità afghane e operazioni di aiuto più trasparenti.

Kabul (AsiaNews) – Dopo il sequestro di Clementina Cantoni, il problema della sicurezza degli operatori stranieri in Afghanistan si fa più urgente. A sottolinearlo è p. Giuseppe Moretti, parroco dell'unica chiesa cattolica in Afghanistan – quella interna all'ambasciata italiana – mentre esprime "gioia e gratitudine" per la liberazione della giovane cooperatrice italiana, avvenuta ieri sera.

"Possiamo solo gioire di come la situazione sia evoluta, abbiamo pregato per lei e le nostre preghiere sono state ascoltate". P. Moretti ha seguito con apprensione ma sempre "speranza" lo sviluppo del sequestro di Clementina Cantoni; egli non ha potuto,però, abbracciare la giovane cooperatrice dopo il rilascio, perché è in Italia da alcuni giorni. "Sono partito martedì pomeriggio – racconta ad AsiaNews – e so che proprio quel giorno dovevano arrivare persone 'addette alla liberazione'; non saprei dire, però, se il rilascio sia dipeso da questo o da trattative già a buon punto".

Dopo il sequestro di Clementina - "un'anomalia" per l'Afghanistan - il problema della sicurezza degli stranieri diventa primario. P. Moretti spiega che le Ong hanno cominciato a chiedere maggiore sicurezza e a breve si spetta l'approvazione di una nuova legge, che definisce i rapporti tra le Organizzazioni e il governo afghano.

Più volte Kabul ha lamentato che le Ong straniere operano senza un collegamento con le autorità afghane, spesso gestendo parte dei loro fondi per fini personalistici e non diretti alla popolazione. La prima bozza della legge – ricorda p. Moretti – era stata rifiutata dalle Ong, perché "offensiva" e "restrittiva". "In base a questo nuovo decreto, le cose dovrebbero essere più trasparenti e semplici e la situazione potrebbe diventare più serena". Il sacerdote, da anni in Afghanistan, appoggia la richiesta del governo di essere informato sulle operazioni condotte dalle Ong e sulla parte di budget che le Ong stanziano e spendono per l'effettiva ricostruzione del Paese.

Già in precedenza AsiaNews, per voce di volontari locali, aveva denunciato pericolosi meccanismi – come quello degli "stipendi d'oro" di consulenti esteri - innescati da grandi organizzazioni di sviluppo. Essi causano nella popolazione locale un senso di frustrazione e scontento verso le promesse occidentali e comportano un drenaggio di fondi che potrebbero essere meglio canalizzati allo sviluppo del paese.

Moretti sottolinea, però, che anche dopo la firma della legge, rimane un grande punto interrogativo: "Come arginare la crescente delinquenza comune e evitare che pratiche come quella del sequestro di stranieri, estranea alla tradizione afghana, diventino consuetudine?"

Clementina Cantoni, la cooperatrice italiana rapita a Kabul il 16 maggio scorso, e' stata liberata ieri sera. Fonti investigative oggi hanno rivelato che a liberarla sono stati i suoi sequestratori dopo che e' stata rilasciata la madre di Timor Shah, il capo della banda dei rapitori. La madre di Timor Shah era in stato di fermo con l'accusa di favoreggiamento perche' coinvolta in un precedente sequestro di persona. La madre del capobanda, secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, gia' da tempo era stata messa a disposizione da parte delle autorita' afghane per un eventuale scambio con Clementina: si trovava in una pensione, vigilata da agenti locali.
L'intermediario che avrebbe consegnato Clementina Cantoni agli uomini dei servizi afghani e del Sismi, sarebbe un potente uomo di affari di Kabul. Secondo quanto si è appreso, l'uomo sarebbe un parente di Timor Shah. Intanto in queste ore Clementina è in volo per tornare in Italia.

P. Moretti ha detto ad AsiaNews che desidera incontrare Clementina non in Italia, ma "con serenità" in Afghanistan, "se la giovane tornerà". Il sacerdote barnabita è anche parroco della comunità internazionale nel Paese a maggioranza musulmana e aveva visto di recente la Cantoni durante le ultime messe domenicali, prima del sequestro.

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