05/01/2005, 00.00
THAILANDIA
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Dopo lo tsunami si torna a scuola: sollievo di ritrovarsi e voglia di studiare

Missionario a Phuket sulle voci di traffici di bambini: “Non ho notizie su fatti dopo lo tsunami. Ma prima le famiglie povere vendevano i figli per miseria”.

Phuket (AsiaNews) - È stato un “primo” giorno strano e difficile ma anche di relativo sollievo, quello vissuto ieri dai 1450 studenti della scuola Dowroont di Phuket, gestita dai missionari stimmatini: “Ho chiesto ai ragazzi di andare dagli insegnanti per riferire quali famiglie sono in difficoltà a causa dello tsunami” riferisce ad AsiaNews padre Peter Pakpoom, direttore della scuola. “Abbiamo 2 studenti dispersi, 2 genitori morti e 58 famiglie hanno perso la casa”. Molti bambini, racconta p. Peter, riferiscono di aver perso tutto: “Distribuiamo libri e vestiti: molti non hanno più la divisa di scuola e i loro libri se li sono portati via le onde. Ma sono stati contenti di ritrovare la maggior parte dei loro compagni a scuola”. L’aiuto dei missionari si rivolge a tutti gli alunni, senza differenze religiose: “Su 1450 alunni, i cattolici sono solo 25; il 20% sono musulmani, la stragrande maggioranza buddisti. Anche se sono di una fede diversa dalla nostra - sottolinea p. Pakpoom - ho detto a tutti i ragazzi che aiuteremo le loro famiglie e loro lo sanno”. Dopo questo disastro, riferisce il missionario, nei ragazzi “c’è la voglia di tornare a scuola e di riprendere a studiare perché sanno che da questo dipende il loro futuro”. Sulle voci di possibili traffici di bambini rimasti orfani, il padre stimmatino dice di non avere notizie e di non averne sentito parlare, anche se afferma che “si sa che nella zona famiglie povere hanno in passato venduto i loro figli per fronteggiare la miseria”.

A Ranong, invece, città sul confine con il Myanmar, il primo giorno di scuola dopo il terremoto si è svolto in modo più normale: i 1400 alunni di un’altra scuola di stimmatini (una terza si trova a Trang, nell’interno) si sono ritrovati per riprendere le lezioni. “La nostra scuola è intatta” racconta p. Mathew, uno dei missionari del posto. “Ma in villaggi vicini ci sono stati problemi e molti edifici sono stati spazzati via dalle onde”. (LF)
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