19/06/2017, 10.36
LIBANO - VATICANO
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Dopo il Giubileo d’oro, il futuro del Rinnovamento carismatico (Parte I)

di Fady Noun

Una “Pentecoste ecumenica” analizzata sotto il profilo storico e teologico. L’opera di Leone XIII e suor Elena Guerra, assieme a una piccola congregazione protestante Usa. Per Paolo VI il movimento ha rappresentato  “una opportunità per la Chiesa”. Il suo contributo nel rinnovamento della teologia della Chiesa d’Occidente e delle Chiese della riforma.

 

Beirut (AsiaNews) - Ai primi di giugno a Roma si è celebrato il Giubileo d’oro del Rinnovamento carismatico (Rc), alla presenza di papa Francesco che lo ha definito una “corrente di grazia” dagli innumerevoli affluenti. I membri delle assemblee sono ormai autorizzati a pieno titolo a parlare di “battesimo dello Spirito” che non è un secondo battesimo, ma una conferma nella grazia e nella presenza di Cristo. Fra le personalità provenienti dal Libano che hanno partecipato all’incontro vi era anche Fady Noun, vice-direttore de L’Orient-Le Jour e corrispondente di AsiaNews, inviato in qualità di giornalista e membro attivo del movimento carismatico. 

Ecco, di seguito, la sua testimonianza:

Una “corrente di grazia” per tutta la Chiesa

Il Giubileo d’oro del Rinnovamento carismatico nella Chiesa cattolica che si è da poco concluso a Roma (dal 31 maggio a 4 giugno) è stato descritto da molti come “una Pentecoste ecumenica”. Lo stesso papa Francesco, per primo, ha insistito sul “carattere ecumenico” di queso rinnovamento, fin dalla sua nascita. Questa affermazione può essere meglio compresa in due modi: da un punto di vista storico e, a seguire, sotto il profilo teologico.

A livello storico, il Rinnovamento carismatico emerge nel contesto della Chiesa cattolica a metà degli anni ’60 del secolo scorso, all’interno di una straordinaria confluenza di due correnti di grazia. Esso mutua uno straordinario lignaggio spirituale che risale all’inizio del XX secolo, nel contesto di una profondità ecclesiale al tempo stesso cattolica ed evangelica.

All’interno di questo contesto si distinguono due figure: quella di un papa, Leone XIII (1810-1903), che dietro consiglio di una religiosa, Elena Guerra, consacra il XX secolo allo Spirito Santo, poi una piccola congregazione evangelica protestante che vede la luce a Topeka (Kansas).

Suor Elena Guerra era la fondatrice della congregazione delle Oblate dello Spirito Santo a Lucca (Italia). All’età di 50 anni, su ispirazione speciale e incoraggiata dal suo direttore spirituale, la religiosa scrive a papa Leone XIII per chiedergli con insistenza di invocare con ardore lo Spirito Santo, perché operi per il rinnovamento della Chiesa cattolica. Fra le altre decisioni che verranno prese nel contesto di questa corrispondenza, Leone XIII presiederà il 1 gennaio 1901, primo giorno dell’anno del nuovo secolo, una cerimonia religiosa nella quale viene invocato lo Spirito Santo e viene cantato l’inno “Veni Creator Spiritus” [Vieni Spirito Creatore] a nome di tutta la Chiesa.

Il giorno stesso, verso le ore 23, a migliaia di chilometri di distanza, al numero 17 di Avenue Stones nella città di Topeka (Kansas, Stati Uniti) - dove era sorto il Collegio e la Scuola biblica di Bethel del reverendo Charles Fox Parham e dove era partita una catena ininterrotta di preghiera per invocare lo Spirito Santo - una studentessa chiedeva al rev. Parham di imporle le mani. Ella in quel momento riceve il battesimo nello Spirito Santo e comincia a pregare in lingue diverse. Nei giorni che seguono, il reverendo Parham e altri fanno la medesima esperienza. Questo avvenimento è generalmente considerato come il punto di partenza del Pentecostalismo nella Chiesa riformata. Per rinnovare la sua Chiesa - come aveva fatto in precedenza Colui il quale aveva fatto diventare Pietro un pescatore di uomini - è andato direttamente al mare a gettare le sue reti, fra gli umili bianchi e neri di una nazione che sarebbe divenuta la prima potenza mondiale. Lontano dalle Chiese di una Riforma che si era assopita e che perseguitava il “Pentecostalismo” nascente, per costringerla a diventare anch’essa parte della tradizione. Questa è la breve storia di questo legame sia storico che mistico, che legherà in futuro la Chiesa cattolica al movimento Pentecostale e che gli sviluppi successivi sembrano confermare con maggiore vigore.

Fra gli elementi da sottolineare, il fatto che Elena Guerra è stata la prima donna a essere beatificata da papa Giovanni XXIII, il quale ha convocato il Concilio Vaticano II e ha chiesto alla Chiesa di pregare lo Spirito Santo affinché rinnovasse le sue meraviglie “come in una nuova Pentecoste”. Ed è grazie alla fedeltà delle Chiese Pentecostali pur nel mezzo di feroci persecuzioni che si sono visti i germogli di questa nuova primavera all’università di Pittsburg nel 1967, due anni dopo la chiusura del Concilio, nel mezzo delle università americane. Da lì, esso si è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo, al punto che i “membri” dei gruppi di preghiera e delle comunità che si rifacevano al “Rinnovamento carismatico” sono cresciuti fino a diventare oggi quasi 150 milioni nel mondo.

Ed è il fatto stesso che quanti sono stati battezzati nello Spirito Santo si sono rifiutati di abbandonare la Chiesa cattolica, che ha reso possibile il Rinnovamento carismatico per come lo conosciamo, esattamente il contrario di quanto era successo con le Chiese della Riforma.

Accogliendo i “carismatici” a Roma in occasione della Pentecoste del 1975, Paolo VI non ha esitato a descrivere questo rinnovamento come “una opportunità per la Chiesa”. Infatti, egli sottolineerà che osservandone i frutti, “come non si può credere che questo rinnovamento sia una opportunità per tutta la Chiesa?”. Si è trattato di un avvertimento verso il suo rifiuto per un episcopato che, nei primi tempi, egli guardava con diffidenza. Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e, oggi, papa Francesco hanno confermato questa diagnosi al tempo stesso prudente e coraggiosa. Con il Giubileo d’Oro che si è da poco concluso a Roma, Francesco ha completato il compito e ha accreditato in via ufficiale il Rinnovamento carismatico nella Chiesa cattolica come “una corrente di grazia” per l’intera Chiesa e l’esperienza del battesimo nello Spirito come normativa nella vita di tutti i cristiani.

Chiarimenti

Alcuni interventi chiarificatori di Raniero Cantalamessa, Ralph Matin, Peter Hocken e Vinson Synan, mettono in luce sul piano teologico queste proposizioni del papa, nel corso di un simposio che si è tenuto il primo giugno alla Pontificia Università Urbaniana.

Con la sua voce calorosa, il predicatore della Casa pontifica ha affermato che il Rinnovamento carismatico è “il segno più caratteristico del risveglio della Chiesa cattolica sotto la guida dello Spirito Santo e dei suoi carismi”, all’indomani del Concilio Vaticano II. Egli ha anche parlato del contributo del Rinnovamento carismatico nel contesto del rinnovamento della teologia della Chiesa d’Occidente e delle Chiese della riforma. Citando sant’Agostino e Nietzsche, per contrasto, così come teologi protestanti del calibro di Karl Barth e san Basilio di Cesarea, p. Cantalamessa ha parlato di una “teologia del terzo articolo” del Credo (credo nello Spirito Santo) annunciato da Barth, che viene a rinnovare la spiritualità della Chiesa d’Occidente “restituendo alla dottrina del saluto il suo contenuto positivo, a partire dalla presenza costante e intima [indwelling] dello Spirito Santo e della vita nuova in Cristo”, in rapporto a un contenuto negativo, repressivo e colpevolizzante respinto dall’Occidente. Questa è anche la ragione per la quale, ha insistito p. Cantalamessa, il “rinnovamento carismatico” non deve essere ridotto a una devozione o all’appartenenza a un gruppo o a un movimento, ma fatto proprio come “apertura personale allo Spirito Santo”, o ancora “corrente di grazia che cola attraverso varie forme” in tutta la Chiesa.

P. Peter Hocken e Vinson Synan hanno entrambi insistito sulla “uguaglianza basica” di tutti quelli che ricevono il battesimo nello Spirito, Inoltre, p. Hocken ha parlato anche di un “ecumenismo carismatico” che avvicina gli uni agli altri, quanti hanno fatto l’esperienza del battesimo nello Spirito, in opposizione all’ecumenismo teologico in corso all’interno della Chiesa istituzionale. Da parte sua Ralph Martin getta una nuova luce sul sacramento della Cresima, dicendo che l’esperienza della presenza intima [infilling] dello Spirito può essere rinnovata con regolarità, che essa non è “data una volta sola e una volta per tutte”. Per lui, non vi saranno “nuove evangelizzazioni” senza una “nuova Pentecoste”.

Questo è ciò che sta accadendo, in varie forme, nella Chiesa cattolica dove il “battesimo nello Spirito” si sta diffondendo in modo capillare nel corpo della Chiesa istituzionale, ben oltre le frontiere visibili della nebulosa dei gruppi carismatici, delle comunità o delle fraternità che dispongono di strutture più o meno deboli, più o meno permanenti.

 

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