24/02/2009, 00.00
TIBET – CINA – INDIA
Invia ad un amico

Dharamshala, oltre 500 tibetani protestano contro la repressione cinese

di Nirmala Carvalho
I manifestanti chiedono la fine degli “omicidi” e ribadiscono l’intenzione di “non festeggiare il capodanno tibetano”. Pechino continua la repressione nella regione in vista del 50mo anniversario della rivolta anticinese. Attivista femminile denuncia aborti forzati e discriminazioni verso le donne.

Dharamshala (AsiaNews) – Oggi a Dharamshala più di 500 profughi tibetani in esilio hanno manifestato la loro solidarietà alla popolazione del Tibet, vittima della repressione voluta dal governo cinese. I dimostranti hanno urlato slogan contro “l’uccisione dei tibetani” e hanno ribadito l’intenzione di “non festeggiare il Losar” (il capodanno tibetano).

Alla vigilia del capodanno tibetano – 25 febbraio – e a pochi giorni dalla commemorazione del 50mo anniversario dalla rivolta anticinese – 10 marzo – Pechino ha aumentato i controlli nella regione. Nelle scorse settimane la polizia ha represso con la forza alcune dimostrazioni, arrestando almeno 24 tibetani. Il governo impedisce l’ingresso agli stranieri e ai giornalisti e promette di “stroncare” qualsiasi manifestazione di solidarietà al Dalai Lama.

Tenzin Choeying, direttore del movimento Students for a free Tibet (SfT), riferisce che i dimostranti riuniti a Dharamshala indossano “vestiti neri in segno di lutto” e brandiscono cartelli con la scritta “Fermate l’assassinio dei tibetani” e “No Losar”. Essi manifestano un sentimento diffuso di “cordoglio per i nostri fratelli e sorelle che sono stati uccisi in Tibet”. Il leader dei giovani studenti tibetani denuncia “l’invasione di migliaia di truppe dell’esercito cinese” per presidiare i villaggi: “Una intimidazione verso la popolazione del Tibet, perché non dia vita a proteste o ad altri atti di resistenza”.

Al coro di proteste contro la repressione imposta da Pechino si uniscono le denunce di un movimento femminile tibetano. B Tsering, presidente della Tibetan Women Association rivela che la “condizione delle donne è ancora peggiore di quella degli uomini”. Esse subiscono una “doppia discriminazione, di razza e sesso”. Le donne “che lavorano in centri governativi o nelle città devono sottostare alla politica del figlio unico” e quante rimangono incinte una seconda volta “sono costrette ad abortire”. “Questa è la politica avviata dal governo cinese – accusa l’attivista – per controllare la minoranza tibetana”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Esplodono tre bus nello Yunnan, tre morti e dozzine di feriti
21/07/2008
Cina, monaci tibetani condannati per aver chiesto l'indipendenza
08/02/2006
Tibet, due auto-immolazioni contro il dominio cinese. Grave un 16enne
02/03/2016 11:37
Lhasa: La polizia chiude il monastero di Drepung
18/08/2011
Gli universitari birmani sfidano la giunta, ricordando la strage dell'agosto 1988
06/08/2008


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”