06/12/2018, 12.51
BANGLADESH-MYANMAR
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Dhaka richiama l’ambasciatore birmano: commenti ‘irresponsabili’ sui Rohingya

Proteste contro le dichiarazioni del ministro per gli Affari religiosi di Naypyidaw: “Profughi sottoposti a lavaggio del cervello”. Il ministero degli Esteri di Dhaka: in Myanmar è in atto una “politica anti-bangladeshi, anti-Rohingya e anti-islam”, che molti considerano “apartheid”.

Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – Il Bangladesh ha convocato l'ambasciatore del Myanmar, U Lwin Oo, per condannare "le osservazioni irresponsabili" rilasciate da Thura Aung Ko, ministro per gli Affari religiosi di Naypyidaw, nei riguardi dei musulmani Rohingya. Al diplomatico ieri Dhaka ha consegnato una nota di protesta ed ha chiesto che il governo birmano intraprenda un’azione disciplinare contro il ministro.

Il giorno precedente, Thura si era riferito ai Rohingya con il termine “bengalesi” e aveva dichiarato che il Bangladesh “non li lascerebbe tornare” in Myanmar. Il ministro aveva aggiunto che i rifugiati Rohingya ospitati nei campi profughi del Paese confinante vengono “sottoposti a lavaggio del cervello” per “marciare verso il Myanmar”, nazione a maggioranza buddista.

Nel documento consegnato all’ambasciatore, il ministero degli Esteri di Dhaka afferma che le dichiarazioni del ministro birmano potrebbero avere un impatto negativo sul rimpatrio dei Rohingya e sulle relazioni bilaterali; che in Myanmar è in atto una “politica anti-bangladeshi, anti-Rohingya e anti-islam”, che molti considerano “apartheid”.

“È una palese menzogna – conclude la nota – che il Bangladesh stia ostacolando il processo di rimpatrio dei Rohingya. A causa della politica anti-Rohingya del Myanmar, nessun membro della comunità ha accettato di tornare, il 15 novembre”. Da più di un anno, i governi di Myanmar e Bangladesh sono stati impegnati in negoziati per il rimpatrio dei profughi nello Stato birmano di Rakhine, spesso incolpandosi a vicenda per i ritardi nel processo.

Con il trasferimento dei primi 2.260 rifugiati, era previsto per lo scorso 15 novembre l’inizio delle operazioni. Nessuno tra i Rohingya ha però espresso la volontà di tornare indietro, almeno fino a quando Naypyidaw non garantirà loro “sicurezza e diritti di cittadinanza”. Sebbene il governo birmano si dichiari pronto ad accogliere i profughi di ritorno, Dhaka ha annunciato il rinvio del processo alla fine di dicembre prossimo.

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