Damasco, la ‘coraggiosa’ lettera del Papa ad Assad fonte di critiche e apprezzamenti
Fonte di AsiaNews parla di polemiche e scarsa comprensione attorno alla missiva indirizzata dal pontefice al leader siriano. Fra le fila dei lealisti prevalgono le “critiche” e le “incomprensioni”. Plauso e apprezzamento dell’opposizione. Intanto continuano violenze e attacchi a Idlib, Hama e Aleppo con morti e danni materiali.
Damasco (AsiaNews) - Una lettera “abbastanza coraggiosa” che ha sollevato polemiche e controversie in Siria: da un lato, il generale “apprezzamento” fra le fila delle opposizioni in lotta contro la leadership d Damasco; dall’altro, le “critiche” a mezza voce e le “incomprensioni” suscitate tra i lealisti fedeli a Bashar al-Assad. A distanza di alcuni giorni, non si è ancora spenta l’eco della lettera inviata da papa Francesco al presidente siriano, in cui il pontefice chiede di “proteggere la vita dei civili” e “preservare le principali infrastrutture” del Paese.
Fonti ecclesiastiche di AsiaNews nella capitale, dietro anonimato data l’estrema delicatezza della questione, parlano di un sentimento duplice e contrastante attorno alla missiva inviata dal papa ad Assad. In linea generale prevale l’opinione di una “lettera abbastanza coraggiosa” che richiama gli elementi più importanti che da anni ruotano attorno al conflitto.
Tuttavia, spiega la fonte, il testo “non è stato colto bene in tutti i suoi aspetti fra le fila dei lealisti”, che leggono nelle parole del pontefice una critica nemmeno troppo velata all’operato del presidente siriano, in particolare in questi ultimi mesi attorno alla roccaforte ribelle di Idlib. Il governo vuole riconquistare l’ultima sacca del Paese ancora nelle mani dei gruppi anti-Assad sostenuti dalla Turchia e dai gruppi jihadisti, che sfruttano l’avamposto per sferrare nuovi attacchi.
L’ultimo di questi giorni contro Aleppo, che ha provocato la morte di diversi civili e ingenti danni materiali. “La notte scorsa - sottolinea la fonte - vi sono stati attacchi dell’esercito israeliano attorno a Damasco” e nel sud del Paese. Vi sono al contempo “focolai attivi di violenze a Idlib, Hama e Aleppo, anche se mancano informazioni certe” e il timore di escalation resta elevato.
Anche fra le fila della stessa Chiesa siriana vi sono malumori e voci critiche per le parole del papa. Nella missiva - consegnata dal card Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, accompagnato dal nunzio card Mario Zenari - Francesco esprime “profonda preoccupazione per la situazione umanitaria, con particolare riferimento” a Idlib. Egli usa per tre volte la parola “riconciliazione”, in un’ottica di salvaguarda del Paese e della “popolazione inerme” e incoraggia Assad a “gesti significativi” verso la pace, la sicurezza e il ritorno degli esuli.
Queste parole, prosegue la fonte di AsiaNews, “sono state applaudite dall’opposizione” [peraltro una galassia frammentata e variegata, con profonde differenze al suo interno ed è questo uno dei motivi che ostacolano il dialogo con il governo siriano in una prospettiva di pace]. I gruppi anti-Assad sembrano aver trovato una spalla nelle loro critiche verso il leader siriano, ritenuto il principale ostacolo a un cammino di riconciliazione.
Diverso il parere di attivisti e blogger critici verso le ingerenze straniere, fra i quali la stessa Syriana Analysis attiva da tempo sui social per denunciare le violenze e gli attacchi contro la popolazione. Dalla piattaforma indipendente, lanciata nel 2017 e formata da giornalisti e intellettuali indipendenti, non sono mancate le critiche verso la lettera del papa che “invece di ringraziare Assad per la lotta contro il terrorismo wahhabita” che “sgozza cristiani in Siria e Iraq” chiede di “fermare la catastrofe a Idlib”. Dimenticando però, conclude il post, di “colpevolizzare Ankara, Bruxelles e Washington per il loro sostegno all’estremismo”.