02/04/2019, 15.36
BANGLADESH
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Dai missionari del Pime il ‘Samuel Program’ per scoprire la vocazione dei giovani

di Sumon Corraya

L’iniziativa, nata nel 2007, si deve a p. Franco Cagnasso. Per molti ragazzi che vengono dalle zone più remote del Paese il programma è diventato un punto di riferimento nel caos di Dhaka.

Dhaka (AsiaNews) – Un corso di discernimento personale e spirituale della durata di un anno, suddiviso in otto sessioni: è il “Samuel Program”, un programma rivolto ai giovani del Bangladesh e creato dai missionari del Pime (Pontificio istituto missioni estere). Nato nel 2007 su impulso di p. Franco Cagnasso, oggi la coordinatrice è sr. Annamaria Panza, delle Missionarie dell’Immacolata [MdI, congregazione femminile ispirata al Pime, ndr]. Ad AsiaNews la religiosa afferma: “Lo scopo di questo programma non è far diventare tutti i giovani sacerdoti o suore, ma aiutarli a comprendere che Dio li ha mandati in questo mondo per un buon motivo”.

Il programma vuole aiutare i giovani cattolica a comprendere la propria vocazione nella vita, sia religiosa che matrimoniale. Esso si articola in vari incontri durante tutto l’anno. Di solito le suore invitano a parlare missionari locali e altri che lavorano all’estero, in varie parti del mondo. Condividere con franchezza le proprie esperienze di vita è l’elemento di successo di questa iniziativa, tant’è che per molti ragazzi che vengono dalle zone più remote del Paese il programma è diventato un punto di riferimento nel caos di Dhaka.

Uno degli otto incontri si è tenuto il 29 marzo nella chiesa cattolica di Mirpur, fondata dai padri del Pime quasi 26 anni fa e ceduta all’arcidiocesi locale alla fine del 2018. A partecipare, vi erano 53 studenti del college, provenienti da ostelli, seminari e noviziati. Il tema era la preghiera.

Sr. Annamaria spiega che “non tutti i giovani che abbiamo accolto hanno preso i voti religiosi. Tutti hanno un buon ricordo di noi. Attraverso questo programma, imparano a vivere la propria esistenza in modo onesto, a seguire i valori cristiani. Dio ha un piano per tutti noi, poi è compito nostro realizzarlo. Se pratichiamo buoni ideali di vita, siamo pronti anche a sentire la chiamata di Dio”.

Ogni anno il programma organizza una gita fuori Dhaka in un centro caritatevole, dove le persone servono senza interesse personale. “Noi li invitiamo a partecipare – continua la missionaria – e spesso essi continuano a svolgere opere di carità in famiglia, anche dopo la fine del corso”.

P. Dominic Montu Hasda, di origine tribale Santal, missionario Pime in Papua Nuova Guinea, ha parlato della missione in questo Paese “a maggioranza cristiana, ma con grande bisogno di missionari per mancanza di vocazioni religiose locali”. Labanno Cruze, che nel 2017 è entrata in una casa di formazione per suore delle MdI, riporta: “Ho capito la mia vocazione grazie a questo programma e realizzato l’importanza della preghiera”.

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