04/09/2013, 00.00
INDIA – BHUTAN
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Da imprenditore a primo sacerdote del Bhutan, grazie all’incontro con Madre Teresa

di P. Kinley Tshering sj
P. Kinley Tshering sj racconta la sua storia ad AsiaNews. Di famiglia buddista, il sacerdote si converte al cattolicesimo da piccolo, ma ci vorranno anni prima di accettare la sua vocazione alla vita consacrata. Fondamentale la figura della beata di Calcutta, incontrata per caso su un aereo durante uno dei suoi viaggi d’affari.

Darjeeling (AsiaNews) - Scoprire la propria vocazione al sacerdozio a bordo di un aereo, seduto accanto a Madre Teresa di Calcutta: è la storia di p. Kinley Tshering sj, l'unico sacerdote cattolico bhutanese. Nato da una devota famiglia buddista, da giovane studia per diventare un imprenditore, ma di nascosto si converte e coltiva dentro di sé il suo amore per Cristo. Una fede sofferta, come racconta lui stesso ad AsiaNews: "Sentivo un'inquietudine dentro di me, avevo sempre desiderato - e mi sentivo chiamato - consacrare la mia vita a Cristo come sacerdote. Però i miei studi professionali, le pressioni familiari e il mio stesso stile di vita non mi aiutavano a prendere una decisione definitiva". Sarà un incontro causale con la beata, nel 1986, a spingerlo ad accettare ciò che sente dentro. "Tu hai una vocazione - gli dice Madre Teresa -, sii generoso con Dio e Lui sarà generoso con te". Di seguito, il racconto della conversione di p. Tshering. Traduzione a cura di AsiaNews.

Era il 1986 e stavo tornando da Hyderabad, dopo aver partecipato a una conferenza sulle aziende di imbottigliamento. Avevo finito il mio Mba (Master of Business Administration) in marketing all'Indian Institute of Management (Iim) di Bangalore e da tre anni mi occupavo di un franchising Parle [la più grande azienda indiana di bibite, ndr] in Bhutan. Mi ero convertito al cattolicesimo nel 1974 quando frequentavo la 9a classe [14-15 anni, ndr] alla St. Joseph's School di North Point (Darjeeling), uno dei migliori collegi dell'India.

Dopo i miei studi a Darjeeling ho seguito i corsi pre-universitari al St. Joseph College di Bangalore, poi mi sono laureato al St. Xavier's College di Mumbai. Sono tornato a Bangalore per prendere il diploma post laurea in Management (Pgdm) all'Indian Institute of Management (Iim).

Per due anni ho ricevuto i sacramenti in segreto. Oggi, grazie alla magnanimità di Jigme Singye Wangchuck (quarto re del Bhutan) che ci ha dato una Costituzione democratica, le persone hanno libertà di coscienza e per questo il diritto di praticare qualsiasi religione. Prima dell'avvento della nuova Costituzione, i pochi cattolici che vivevano qui erano troppo spaventati per partecipare a qualunque servizio religioso. Oggi possiamo celebrare la messa e gli altri servizi liturgici.

 

Dal 1974 sentivo un'inquietudine dentro di me, avevo sempre desiderato - e mi sentivo chiamato - consacrare la mia vita a Cristo come sacerdote. Però i miei studi professionali, le pressioni familiari e il mio stesso stile di vita non mi aiutavano a prendere una decisione definitiva. I tanti sacerdoti che mi hanno fatto da padri spirituali mi hanno sempre incoraggiato ad aspettare, e uno di questi mi ha persino suggerito di sposarmi, visto che ero uno dei pochi cattolici del Bhutan, affinché la Chiesa potesse crescere anche lì. Tuttavia, poiché avevo questo desiderio nascosto di farmi sacerdote, ho iniziato a pregare Dio di darmi un segno. Ricordo che gli dissi: "Non devi darmi un segno come quello [dato] a Teresa del Bambino Gesù, di vedere la neve in estate, ma uno sufficiente affinché io non abbia dubbi". Quella domenica mattina, quando ho sentito le campane della chiesa ad Hyderabad, sono andato a messa perché [la chiesa] era vicino al mio albergo. Ho pregato per ricevere un segno.

Quella sera dovevo volare a Calcutta, non vedevo l'ora di incontrare una mia amica, ma l'aereo aveva un ritardo. Ero un po' annoiato, ma il mio umore cambiò all'istante quando vidi Madre Teresa entrare e sedersi accanto a me. Il mio cuore batteva all'impazzata e respiravo a stento! L'aereo decollò e Madre Teresa non mi disse una sola parola, né mi rivolse un cenno. Era immersa nella preghiera e dopo quella che sembrò un'eternità, si voltò verso di me e mi chiese da dove venivo. Le dissi che venivo da Darjeeling, lei ne fu felice e mi raccontò dei suoi giorni a Loreto e a Darjeeling. Si incuriosì quando le dissi che in realtà venivo dal Bhutan e che ero cattolico. Le spiegai che ero un convertito, e in breve tempo sfogai con lei l'angoscia del mio cuore: il mio desiderio di diventare un sacerdote, ma tutte le tentazioni che avevo. Mi prese la mano e mi disse: "Non ho detto questa cosa a molte persone, ma la dico a te: tu hai una vocazione, sii generoso con Dio e Lui sarà generoso con te". I miei occhi si riempirono di lacrime e piansi per tutto il viaggio fino a Calcutta, pieno di gioia. Avevo chiesto a Dio un miracolo per affermare la mia vocazione e il Signore mi aveva mandato un angelo, proprio come [accadde] alla Vergine Maria. Non avevo altro da dire che "eccomi, sono il servo del Signore, avvenga di me quello che hai detto".

La mia amata madre mi accompagnò al seminario dei gesuiti al Monte Carmelo di Kurseong. Il suo grande amore per me le permise di dimenticare il paradosso e l'ironia del momento. Una madre buddista che permette a suo figlio di diventare un monaco cattolico! Era impensabile all'epoca. Lei inghiottì tutte le sue lacrime, e con coraggio mi lasciò lì. Ero così felice di entrare in noviziato che non compresi il suo dolore e la sua angoscia. Quando se ne andò ero così sollevato che seriamente intenzionato a essere un seminarista. [Ma] la mia pace fu di breve durata. Quella sera mia madre tornò e mi implorò di tornare a casa e dimenticare questa pazzia. La pregai di darmi due settimane per il primo periodo di prova, [dicendole che] se non mi fosse piaciuto quello che stavo facendo lei sarebbe potuta tornare e riportarmi a casa.

L'amore di mia madre per me le diede la forza per accettare e tornare indietro. Due settimane più tardi venne di nuovo in seminario, e trovandomi così felice tornò indietro e mi scrisse: "Sii un buon monaco e non tornare mai indietro sulla tua decisione". Nove anni dopo lei era alla mia ordinazione ed era raggiante di gioia, mentre le mie sorelle piangevano. Ricordo cosa disse alle persone presenti all'ordinazione: "Nove anni fa ho finito di versare tutte le mie lacrime, e ora gioisco con mio figlio, lui ora servirà l'umanità". Mio padre, un devoto buddista, non venne alla mia ordinazione, ma rispettò la mia scelta.

Dopo l'ordinazione sono andato a Calcutta per incontrare Madre Teresa. La prima cosa che mi disse fu: "Per gli ultimi 10 anni ho pregato per te".

All'epoca, il consiglio di mia madre fu: "Sii un buon monaco e non dimenticarti delle persone, soprattutto i poveri". Mia madre non è una teologa, ma mi rendo conto che quello che mi ha insegnato quando ero un bambino sono i valori cristiani che conservo da adulto. Una madre buddista ha aiutato un sacerdote gesuita a essere orgoglioso della sua vocazione, in umile servizio con i poveri, senza mai dimenticare che la vita passa e non è eterna, e ciò che è reale è la ricerca incessante per la buddità: essere liberi, nella nostra visione ignaziana, da tutti i legacci disordinati della vita.

 

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

 

 

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