21/09/2004, 00.00
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Cristiano sequestrato e torturato: aveva denunciato la corruzione di un politico musulmano

La legge sulla blasfemia si conferma pretesto per persecuzione religiosa e vendette private

Lahore (AsiaNews) – Un politico cristiano, Yousaf Naz, residente nel nord Punjab, è stato rapito, torturato e minacciato di morte per 2 volte dopo aver denunciato per corruzione un amministratore musulmano. I fatti sono avvenuti nei mesi scorsi, ma solo di recente Yousaf si è rivolto a organizzazioni non governative per far conoscere la sua situazione. Raja Ifthikar Shahzad – questo il nome del politico musulmano – ha anche cercato di far incriminare Yousaf per "blasfemia", ma non è riuscito nel suo intento perché la popolazione ha preso le difese dell'uomo cristiano e ha smascherato le false accuse di Raja.

In Pakistan vige una legge, introdotta nel 1986, che prevede l'ergastolo per chi offende il Corano e la pena capitale per diffamazioni contro Maometto. La legge però continua ad essere utilizzata come mezzo per regolare questioni private. Di recente è stata parzialmente corretta: chi sostiene accuse di blasfemia false è punito con la morte. Anche nella nuova versione, comunque, la norma prevede la pena capitale per i diffamatori dell'islam.

Yousaf Naz è un cristiano convertito dall'induismo e dal 1979 è impegnato in politica, prima nel consiglio comunale del suo villaggio, oggi in quello distrettuale di Pind Daadn Khan, vicino a Rawalpindi (sul confine con l'India). Nel febbraio scorso Yousaf presenta una richiesta per i fondi economici destinati alla comunità cristiana ma mai consegnati. Si scopre che i fondi sono stati usati dal presidente della Consiglio distrettuale, il musulmano Raja, appoggiato dalla polizia locale. La notizia è resa pubblica, insieme ad altri casi di corruzione di Raja.

Dopo solo 2 giorni dalla diffusione della notizia, Yousaf viene rapito da 4 uomini armati: lo picchiano e gli distruggono il negozio. Egli denuncia il fatto alla polizia locale, che però non prende alcun provvedimento.

Ad aprile la stampa locale riporta in modo dettagliato i casi di corruzione di Raja e il consiglio ne condanna l'operato, dando ragione a Yousaf. Raja – insieme ad estremisti religiosi locali – reagisce accusando Yousaf di blasfemia, ma non riusce a farlo incriminare perché molta gente del posto si schiera con Yousaf. Di nuovo il politico cristiano viene rapito il 26 maggio insieme a suo fratello Sakeel Shehraz: portati a 200 miglia dalla loro casa, vengono minacciati di morte alla presenza di Raja. I 2 riescono a scappare e a rifugiarsi nella città Jehlum, perdendo però tutti i propri beni. Anche in questo caso, Yousaf sporge denuncia alle autorità locali, ma senza ricevere risposta.

Ong e gruppi per la difesa della libertà religiosa si sono rivolti al presidente Musharaf per chiedere l'avvio di indagini sui fatti di Rawalpindi e per assicurare protezione a Yousaf e ai suoi familiari. (LF)

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