Cox's Bazar: musulmani rohingya contro la sepoltura di un cristiano
Il cadavere di Mohi Uddin trasferito in una chiesa battista a Chattogram. Per anni rohingya cristiani e musulmani sono stati sepolti insieme nel campo profughi di Kutupalong. Almeno 200 le famiglie cristiane che temono la persecuzione.
Dhaka (AsiaNews) - Per anni i rohingya musulmani hanno concesso che anche i cristiani venissero seppelliti nel campo profughi di Kutupalong, a Cox’s Bazar. Qualche giorno fa, però, il cadavere di un rifugiato cristiano è rimasto senza sepoltura per 30 ore perché i profughi di fede islamica non volevano concedere l’inumazione. Solo grazie all’ospitalità della chiesa battista locale, il corpo è stato poi portato in un cimitero cristiano nella vicina città di Chattogram.
“Mohi Uddin è morto per malattia, ma non abbiamo potuto seppellirlo nel cimitero di Kutupalong per una protesta dei musulmani”, ha spiegato ad AsiaNews Peter Saiful, pastore della Bethel Church nel campo profughi più grande al mondo. “Il responsabile del campo e il personale Onu hanno provato a risolvere il problema ma non ci sono riusciti”, ha continuato Saiful. “Per la prima volta abbiamo seppellito il cadavere di un cristiano rohingya in un altro distretto per l'opposizione dei musulmani, anche se per anni i corpi di tutti i fedeli sono stati sepolti insieme”. Il corpo di Mohi Uddin è stato inumato grazie all’aiuto della chiesa battista di Patiya, che si è detta lieta di ospitare un cristiano.
Il responsabile del campo profughi, Rashedul Islam, ha confermato l’episodio, avvenuto il 29 agosto: “I musulmani hanno fatto barriera e siamo stati costretti a contattare un altra chiesa”.
Al momento 200 famiglie rohingya cristiane vivono a Cox's Bazar, dopo essere fuggite dal Myanmar nel 2017. Molti non dichiarano di essere cristiani per paura delle persecuzioni da parte dei musulmani.
02/09/2017 10:11
06/03/2023 11:08