Covid-19: il focolaio di Nanjing si allarga ad altre 15 città
L’infezione da variante Delta è partita dall’aeroporto cittadino. Colpita anche la capitale. Contagio nello Jiangsu più grave di quelli recenti nel Guangdong e nello Yunnan. Le autorità rispondono con lockdown e screening di massa. Per contenere i contagi dal Myanmar, Pechino fornisce vaccini anche alle milizie etniche che combattono la giunta golpista.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il focolaio di Covid-19 scoppiato a Nanjing (Jiangsu) si è diffuso in altre 15 città, compresa la capitale. Lo hanno rivelato stamane le autorità sanitarie cinesi, sottolineando che si tratta della variante Delta del coronavirus. È la peggior ondata di contagi dal gennaio scorso, superiore a quella avvenuta nel Guangdong tra maggio e giugno e a quella più recente nello Yunnan.
Dal 20 luglio a Nanjing si sono conteggiati 167 casi d’infezione. L’epidemia si è propagata dall’aeroporto internazionale cittadino, chiuso poi il 27 luglio. Ieri nel Paese si sono registrati 64 nuovi infetti, la maggior parte nel Jiangsu. Includendo i casi a Pechino, Chengdu (Sichuan), nelle province del Guangdong e dell’Hunan, le infezioni legate al focolaio di Nanjing sono oltre 200.
Le cifre ufficiali presentate dal governo sono ancora molto basse rispetto ad altri Paesi, soprattutto nel sud-est asiatico. Le autorità centrali mostrano però preoccupazione e accusano l’amministrazione aeroportuale di Nanjing di non aver preso le necessarie misure per isolare gli addetti alle pulizie, da cui sarebbe partito il contagio.
Per rispondere ai nuovi contagi, la leadership cinese ha ordinato un approccio “tolleranza zero”, con screening di massa e lockdown estesi. Nello Yunnan, al confine con il Myanmar, Pechino ha inviato migliaia di soldati per controllare la frontiera. I cinesi hanno fornito anche dosi di vaccino anti-Covid alla giunta militare golpista e ad alcune milizie etniche che la combattono.
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