Covid-19: aziende cinesi vendono all’estero test diagnostici difettosi
Le denunce arrivano da Filippine, Malaysia, Spagna e Repubblica Ceca. L’accuratezza dei kit cinesi è del 30-40%: dovrebbe essere dell’80%. I diplomatici di Pechino cercano giustificazioni. I Paesi Bassi ritirano 600mila mascherine difettose.
Hong Kong (AsiaNews) – Cresce il numero dei Paesi che denunciano di aver acquistato kit difettosi per la diagnostica rapida del coronavirus dalla Cina. Al momento, cinesi e sudcoreani sono gli unici ad avere disponibilità di test per il Covid-19.
Sono 23 le imprese cinesi che possono vendere questo genere di kit sanitari all’estero. BGI Group, che è la più grande compagnia in Cina nella ricerca genetica, sta producendo 600mila test al giorno: a febbraio la sua produzione era di 200mila pezzi giornalieri.
Dopo aver annunciato la “vittoria del popolo” nel contenere l’epidemia in patria, il governo cinese si è impegnato a inviare materiale sanitario all’estero per combattere il Covid-19. Molti osservatori pensano che Pechino stia tentando di rifarsi un’immagine dopo le critiche ricevute per la sua iniziale risposta alla crisi.
Il 28 marzo, il governo filippino ha reso noto che parte degli oltre 100mila test comprati da BGI Group e Sansure Biotech, un’altra compagnia cinese, hanno un’accuratezza del 40%. Il giorno seguente, dopo una protesta formale dell’ambasciata cinese a Manila, le autorità sanitarie filippine hanno corretto il tiro, sostenendo che la precisione dei kit acquistati dalla Cina rientra negli standard fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Anche il governo malaysiano si è lamentato per la scarsa accuratezza dei test importati dalla Cina. Secondo i media locali, gli ospedali del Paese si stanno attrezzando per far giungere la strumentazione dalla Corea del Sud e da Taiwan.
Spagna e Repubblica Ceca hanno sollevato lo stesso problema. Madrid ha dichiarato che restituirà 9mila kit diagnostici acquistati dalla cinese Bioeasy: il loro tasso di accuratezza è solo del 30%. Secondo i parametri della Food and Drug Administration Usa, presi come riferimento dagli specialisti in Spagna, il grado di precisione dovrebbe essere dell’80%. Al momento, gli spagnoli hanno ordinato materiale medico dalla Cina per un totale di 422 milioni di euro, inclusi ventilatori e vestiario protettivo.
La borsa di Shenzhen, dove Bioeasy è quotata, ha annunciato che aprirà un’inchiesta. L’ambasciata cinese a Madrid ha cercato di limitare i danni, puntualizzando che la società in questione non ha la licenza per esportare kit diagnostici – ma Bioeasy sostiene di essere pienamente in regola per esportare in Europa.
Praga ha sborsato 546 mila dollari per 150mila kit cinesi che, all’80%, si sono poi rivelati difettosi. Questi test possono dare risultati in 10-15 minuti, ma la loro precisione è ritenuta troppo bassa. I problemi non riguardano solo i test diagnostici. Ad esempio, i Paesi Bassi hanno ritirato dal mercato un lotto di 600 mila mascherine protettive importate dalla Cina, anche’esse considerate difettose.
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