03/01/2015, 00.00
COREA DEL SUD
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Corea, l'ultimo saluto a p. Sinnott: ha combattuto la dittatura con il Vangelo

Il missionario Maryknoll arriva nel Paese asiatico nel 1960: nei primi anni lavora nella pastorale e nell'aiuto sanitario ai poveri della diocesi di Incheon. Nel 1974 si oppone con forza al dittatore Park e lotta per salvare otto innocenti dal patibolo: per questo viene espulso. Torna "a casa" nel 2005, nominato membro della Commissione "Verità", e passa i suoi ultimi anni dipingendo, scrivendo poesie e pregando.

Seoul (AsiaNews) - Con una messa commossa e partecipata, la comunità Maryknoll e tanti cattolici della Corea del Sud hanno dato l'estremo saluto a p. James Sinnott, missionario coraggioso che ha passato la vita testimoniando il Vangelo e che per aver difeso la verità è stato espulso dalla dittatura militare del generale Park. Il sacerdote, da anni affetto da una dura malattia, è morto dopo un breve ricovero lo scorso 23 dicembre. I funerali si sono svolti nella cattedrale "del pentimento e della riconciliazione" di Paju, al confine con il Nord.

Arrivato in Corea del Sud nel 1960, sette anni dopo la firma dell'armistizio fra Seoul e Pyongyang, p. Sinnott viene assegnato alla diocesi di Incheon. Qui è impegnato nel lavoro pastorale e nell'assistenza sanitaria ai poveri, e riesce persino a costruire per loro un ospedale. Mostra agli emarginati della società l'amore di Cristo, cercando nel contempo di aprire i cuori di coloro che hanno un ruolo migliore nel sistema.

Sono gli anni terribili delle varie dittature militari, e al comando c'è Park Chung-hee. Questi ha fatto approvare la Costituzione Yushin, e di fatto ha instaurato la legge marziale. Le violazioni ai diritti umani degli oppositori sono all'ordine del giorno, e la coscienza spinge p. Sinnott a lasciare i suoi poveri per andare a Seoul a sostenere i movimenti democratici.

Nel novembre del 1974 organizza un sit-in di 11 ore con le mogli di otto prigionieri politici, condannati a morte con accuse false. Insieme a George Ogle, un pastore metodista americano, il missionario si impegna per raccogliere testimonianze a favore dei condannati e riesce a far venire dagli Stati Uniti dei parlamentari per informare l'opinione pubblica americana e influire su Park. Questi concede udienza e assicura che la condanna non verrà eseguita.

All'inizio del 1975 Ogle viene espulso dalla Corea e l'8 aprile la Corte Suprema conferma la condanna contro gli otto dissidenti. Il mattino seguente sono cadaveri. Enorme è lo shock per il missionario e i parenti delle vittime. Tre settimane dopo p. Sinnott viene informato che il suo visto è scaduto e che non verrà rinnovato. Ha due giorni per uscire dalla nazione. Vi tornerà soltanto nel 2005, nominato membro della Commissione "Verità" che deve indagare sui crimini commessi durante la dittatura: nel 2007 il processo contro gli otto viene rifatto, e questi vengono tutti assolti.

Poco dopo la malattia colpisce p. Sinnott, che si ritira presso la Casa madre dei Maryknoll per dipingere, comporre poesie e pregare. I suoi quadri diventano uno dei doni più apprezzati dagli ospiti che si fermano lì. 

 

 

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