01/09/2018, 09.00
INDIA
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Contro il cambiamento climatico, Mumbai diventa una ‘diocesi verde’

di Nirmala Carvalho

L’iniziativa viene lanciata in concomitanza con l'odierna Giornata per la salvaguardia del Creato. Il progetto nasce come risposta all’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco. A capo delle operazioni ci sarà mons. Allwyn D’Silva, segretario dell’Ufficio per il cambiamento climatico della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche.

Mumbai (AsiaNews) – Il cambiamento climatico “è già in atto. Su questo non c’è dubbio. Non c’è bisogno di convincerci che il cambiamento climatico esista. Ne siamo vittime da lungo tempo”. Lo afferma ad AsiaNews mons. Allwyn D’Silva, dell’arcidiocesi di Mumbai e segretario dell’Ufficio per il cambiamento climatico della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc). Egli è stato scelto dal card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana, della Fabc e arcivescovo della metropoli indiana, per pilotare la svolta di cui sarà protagonista l’arcidiocesi nei prossimi anni: diventare “verde”, cioè rispettosa dell’ambiente.

L’iniziativa è stata lanciata dal porporato lo scorso 15 agosto e viene attuata a partire da oggi, 1 settembre, in concomitanza con la Giornata per la salvaguardia del Creato. Nel presentare il progetto, il card. Gracias scrive: “La Chiesa, allarmata dai segni dei nostro tempo, riconosce che la crisi ecologica è la più grande sfida del mondo di oggi. Rispondere a tale crisi è parte integrante della missione della Chiesa. Sia per il rispetto del creato di Dio, sia per le preoccupazioni suscitate per coloro che sono colpiti dalla sua devastazione, la crisi dell’ambiente è la questione morale dei cattolici di oggi”.

Il progetto nasce come risposta all’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco. Il cardinale ammette che gli effetti del cambiamento si vedranno solo nel lungo periodo. In seguito aggiunge che esso “deve includere un approccio che combina la spiritualità e l’educazione con la presa di coscienza”. Infine invita tutti a prendersi cura “della nostra casa comune. Possano i nostri cuori essere aperti alla contemplazione del dono del creato”.

Mons. D’Silva riferisce che “il decennio 2008-2017 è stato il più caldo della storia in India. Questo, accoppiato ad una cattiva gestione delle riserve d’acqua, ha portato a siccità e carenze idriche”. Il vescovo riporta che la stessa “Banca mondiale di recente ha identificato il cambiamento climatico come la più grave minaccia alla crescita potenziale dell’economia indiana e ha previsto una diminuzione degli standard di vita per quasi la metà degli abitanti, a causa dei cambiamenti nelle temperature e nelle precipitazioni. Il popolo indiano merita molto di più che questo futuro angoscioso”.

Oltre al danno, aggiunge, “c’è pure la beffa: la causa principale del cambiamento climatico – cioè la combustione di carburanti fossili come il carbone – provoca una miriade di altri problemi che causano enormi sofferenze agli indiani. Non da ultimo, l’inquinamento dell’aria. Per ironia della sorte, in molte parti dell’India ogni respiro in più equivale ad un passo in avanti verso la morte. Nel 2018, circa 1,8 milioni di abitanti sono morti per l’inquinamento atmosferico”. “Chiudere gli occhi di fronte a questa realtà, significa evitare lo sguardo della nostra coscienza”.

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