09/03/2009, 00.00
VIETNAM
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Continua la campagna intimidatoria contro l’avvocato dei fedeli di Thai Ha

di J.B. An Dang
Le Tran Luat, che patrocina la causa intentata contro i media statali che hanno dato falsi resoconti del processo contro i parrocchiani, è stato fermato dalla polizia. In precedenza, il suo studio è stato perquisito, l’Ordine degli avvocati ha minacciato di sospendergli la licenza, una sua assistente è stata fermata e interrogata.

Hanoi (AsiaNews) – Veglia di preghiera a Hanoi a favore di Le Tran Luat, l’avvocato dei fedeli della parrocchia di Thai Ha, vittima di una campagna di intimidazione da parte delle autorità. L’obiettivo appare essere quello di fermare la querela dei cattolici contro i falsi resoconti diffusi dai media di regime sul processo che li ha visti condannati per i fatti legati alla vicenda della parrocchia.

Ultimo atto della campagna è stato l’arresto del legale compiuto martedì scorso dalla polizia all’aeroporto Tan Son Nhat, nel momento in cui l’avvocato stava per imbarcare da Ho Chi Minh City per Hanoi, proprio per la preparazione del processo contro Ha Nôi Moi e Vietnam Television 1.

I due media sono accusati da alcuni degli otto fedeli della parrocchia di Thai Ha condannati per “condotta disordinata” e “danneggiamento di proprietà statali” per aver preso parte alle veglie di preghiera con le quali si chiedeva “giustizia” per la restituzione dei terreni sottratti alla chiesa. Accusati e testimoni al processo hanno riferito che tutti gli imputati si dichiararono non colpevoli davanti al tribunale. Ma i due media hanno riportato che “tutti gli imputati hanno ammesso la loro colpevolezza, riconoscendo che hanno compiuto azioni negative in violazione della legge”. Da aggiungere che gli autori dei resoconti hanno anche ricevuto un premio che è sotto l’alto patronato del segretario del Partito comunista di Hanoi, PhamQuang Nghi.

Il fermo dell’avvocato Le Tran Luat avvenuto martedì è il più recente atto di una campagna contro il legale che si occupa anche di persone spogliate ingiustamente delle loro terre o vittime di altri soprusi. Il 25 febbraio c’è stata una perquisizione - senza spiegazioni - operata dalla polizia nel suo studio, a Ho Chi Minh City, con il sequestro di computer e documenti; in precedenza, il 10 febbraio, una lettera ufficiale dell’Ordine degli avvocati della provincia di Ninh Thuân, ove egli è iscritto, gli comunicava che la polizia e la magistratura della provincia avevano informato lo stesso Ordine di alcune infrazioni che avrebbe commesso nell’esercizio della professione e lo convocava per chiarire tali infrazioni.  Il 24 febbraio, il giornale della Sicurezza di Ho Chi Minh City (Bao Công An Thanh Phô Hô Chi Minh) ha pubblicato un articolo nel quale afferma di aver ricevuto un gran numero di lamentele contro l’avvocato, accusandolo di guadagni fraudolenti. L’articolo sembra voler preparare l’opinione pubblica a qualche passo contro il legale. Lo stesso Luât, peraltro, ha rivelato che proprio la mattina del 24, qualcuno gli ha telefonato avvertendolo che si stava preparando una campagna di stampa contro di lui e chiedendogli di non occuparsi più della vicenda di Thai Ha e in particolare di ritirare le accuse contro i media di regime.

Il 4 marzo, infine, una assistente dell’avvocato, Ta Phong Tan, è stata presa da un gruppo di agenti in borghese, che l’ha portata in un ufficio dove l’ha sottoposta per ore ad interrogatorio. A quanto riferito dalla donna, solo uno dei funzionari aveva il cartellino con il suo nome, gli altri si sono rifiutati di rivelare la propria identità. Al momento di rilasciarla dopo il lungo interrogatorio, le è stato dato l’ordine di ripresentarsi per rispondere a ulteriori domande.

Alla veglia promossa dai Redentoristi di Thai Ha ha preso parte una grande folla. Anloghe iniziative sono state prese dai religiosi in monasteri di Ho Chi Minh City e altre province.

 

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