Cina: incriminato per corruzione l'ex capo dell'esercito Guo Boxiong
Il generale è stato per un decennio vice presidente della Commissione militare centrale, secondo soltanto al leader nazionale. Avrebbe preso tangenti per “almeno 12 milioni di euro”, anche se la sua ricchezza personale sarebbe molto più vasta. Molto influente durante la presidenza di Hu Jintao, ha una vasta schiera di ufficiali a lui fedeli.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo centrale cinese ha annunciato l’apertura di un’inchiesta ufficiale contro il generale Guo Boxiong, per dieci anni alla guida dell’Esercito di liberazione popolare. Il militare è accusato di corruzione: secondo l’agenzia ufficiale Xinhua, avrebbe intascato “un enorme numero di tangenti” per “almeno 12 milioni di euro”, anche se la sua fortuna personale sarebbe "molto più vasta". Inoltre avrebbe approfittato della sua posizione per facilitare o bloccare trasferimenti e promozioni all’interno dell’esercito, favorendo gli ufficiali a lui fedeli. Guo “ha confessato i suoi misfatti”.
Diversi analisti sottolineano oggi l’importanza della tempistica dell’annuncio. L’inchiesta arriva infatti dopo la riforma del settore militare ordinata dal presidente Xi Jinping, che fra le sue varie cariche ricopre anche quella – importantissima – di presidente della Commissione militare centrale. Xi ha annunciato la volontà di sfoltire il numero dei soldati – oggi circa 2,3 milioni di persone – e ha ammonito i vertici militari contro “la tentazione della corruzione”.
Guo era già stato costretto a dimettersi nel 2015: nel luglio dello stesso anno è stato anche espulso dal Partito comunista. Gli inquirenti hanno passato al setaccio la rete di familiari e ufficiali a lui più vicini, arrivando a mettere sotto inchiesta anche il figlio Guo Zhenggang. Questi ha ricoperto il ruolo di vice commissario politico della Regione militare del Zhejiang.
Liang Guoliang, esperto dell’esercito cinese, con base a Hong Kong, spiega che i tempi lunghi dell’inchiesta si giustificano con l’influenza accumulata dal generale: “Egli è stato al vertice per un decennio, sotto la presidenza di Hu Jintao, e questo significa che molti fra i militari più alti in grado sono stati promossi grazie a lui e a lui sono fedeli. Ecco perché c’è voluto tanto tempo prima di metterlo sotto accusa”.
La campagna contro “le tigri e le mosche” della corruzione in Cina, lanciata da Xi Jinping nel 2012, non ha risparmiato l’esercito. Negli ultimi anni diverse decine di ufficiali di alto livello sono stati accusati, incarcerati o espulsi dal Partito per tangenti o accuse simili. Il più alto in grado a essere colpito, prima del generale Guo, è stato l’altro vice presidente della Commissione militare centrale Xu Caihou. Dopo l’arresto, è morto in carcere per un cancro fulminante nel marzo del 2015.
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