Cina e Russia rilanciano il sostegno all’accordo sul nucleare iraniano
Il Jcpoa rischia di essere cancellato per gli attacchi e le minacce crescenti del presidente Usa. Teheran e Pechino “lavoreranno assieme per proteggere l’accordo”. Secondo il ministro russo degli Esteri un suo fallimento avrà conseguenze “assai negative” per tutto il mondo. L’Iran non intende rinegoziarne i termini.
Teheran (AsiaNews) - Cina e Russia rilanciano il loro sostegno incondizionato all’accordo sul nucleare iraniano (il Jcpoa)e ne sottolineano l’importanza, mentre rischia di essere cancellato dagli attacchi crescenti del presidente Usa Donald Trump. Nei giorni scorsi alti funzionari di Teheran hanno incontrato delegati dei governi di Mosca e Pechino, i quali hanno confermato l’impegno a salvaguardare lo storico patto fra Iran e nazioni del 5+1 (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia Cina e Germania).
In un vertice che si è tenuto a Pechino lo scorso 6 febbraio, il presidente del Comitato parlamentare iraniano sulla Sicurezza nazionale e la politica estera Alaeddin Boroujerdi, il ministro cinese degli Esteri Wang Yi ha sottolineano che Iran e Cina sono “impegnate a preservare l’accordo nucleare”. Teheran e Pechino, ha aggiunto il capo della diplomazia cinese, “lavoreranno assieme per proteggere l’accordo”.
Oltre alla questione nucleare, i due fronti hanno inoltre discusso dei rapporti bilaterali fra Teheran e Pechino, di lotta al terrorismo e della situazione in alcune zone “calde” del Medio oriente, fra cui Iraq, Yemen e Siria dove entrambi i Paesi hanno interessi e investimenti da salvaguardare.
Il giorno successivo, 7 febbraio, è stato il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov a ribadire l’impegno per il mantenimento del Jcpoa.
“Insisteremo affinché tutte le parti coinvolte - ha dichiarato Lavrov - restino impegnate al rispetto dell’accordo sul programma nucleare iraniano”. Un suo eventuale fallimento, ha aggiunto, avrà conseguenze “assai negative” in un’ottica di contenimento della diffusione dell’atomica e per il mondo interno.
Dopo anni di embargo, nel 2015 l’Iran ha ottenuto un parziale alleggerimento delle sanzioni economiche occidentali, in cambio di un accordo sul controverso programma atomico. Un’intesa accolta in maniera positiva dalla maggioranza della comunità internazionale.
Questo ha permesso di rilanciare l’economia e potenziare gli investimenti, garantendo al contempo un miglioramento dell’arredo urbano e riforme nel comparto energetico. Tuttavia, gli Usa - insieme a Israele fra le voci critiche - hanno mantenuto in vigore una serie di sanzioni per il programma di missili balistici di Teheran e il sostegno [armato] a movimenti sciiti in Medio oriente.
Il 12 gennaio scorso Trump ha esteso per altri 120 giorni la sospensione di una serie di sanzioni all’Iran. Tuttavia, egli ha aggiunto che questa sarebbe stata “l’ultima volta”. In campagna elettorale e in questo primo anno alla Casa Bianca ha sottolineato a più riprese che intende cancellare l’accordo, “il peggiore di sempre” mai raggiunto.
Una eventuale decisione di ripristinare le sanzioni metterebbe di fatto la parola fine al Jcpoa. Teheran ha più volte dichiarato che non intende sottoscrivere ulteriori obblighi rispetto a quelli già siglati e non intende rinegoziare l’accordo stesso.
04/10/2017 11:51
04/10/2018 11:42