Cina e India, 22 miliardi di dollari “non risolvono la rivalità tra i due giganti dell’Asia”
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Cina e India hanno fatto pace e i rapporti tra i due Paesi sono entrati in una nuova era. Così i media di Stato di Pechino descrivono i frutti della visita che il Primo ministro indiano Narendra Modi ha compiuto nei giorni scorsi, incontrando il presidente Xi Jinping e la sua controparte Li Keqiang. Tuttavia, gli analisti di entrambe le nazioni (e anche taiwanesi) frenano gli entusiasmi e notano come – al di là degli accordi economici miliardari firmati – il braccio di ferro per ottenere l’influenza sulla regione non sia stato messo da parte.
Durante la tre giorni (14-16 maggio) Modi e Xi hanno firmato 26 accordi economici per un valore complessivo di 22 miliardi di dollari – in settori quali energia rinnovabile, porti, parchi industriali e finanza –, oltre ad altri 24 patti per aumentare la cooperazione tra i due giganti asiatici. Come previsto, Modi ha anche incoraggiato le grandi aziende cinesi a investire in India, in particolare nel settore manifatturiero e delle infrastrutture. “Voi siete la fabbrica del mondo – ha detto il premier indiano – laddove noi siamo l’amministrazione”.
Durante una conferenza stampa, il Primo ministro indiano ha dichiarato che le due nazioni dovrebbero assumere un “atteggiamento dinamico” per risolvere la decennale disputa sui confini nella regione dell’Himalaya, nella quale sono invischiati dal 1962. Tuttavia, nel colloquio con il premier cinese Li Keqiang, Modi ha anche chiesto alla Cina di “riconsiderare il suo approccio” su alcune questioni che ostacolano le relazioni.
Il premier da Delhi non ha specificato quale tipo di approccio intendesse, ma molti analisti cinesi hanno letto nelle sue parole un riferimento ai tentativi di Pechino di aumentare la propria influenza sull’Oceano Indiano e sull’Europa attraverso la “nuova Via della seta”. Anche i buoni rapporti tra Cina e Pakistan, antico rivale dell’India, non piacerebbero a Modi.
Chen Mumin, direttore del Centre for Strategic Studies in South Asia and The Middle East all’università nazionale Chung Hsing di Taiwan, sottolinea: “New Delhi considera [l’attuale approccio cinese, ndr] come una strategia per ‘accerchiare’ l’India o sminuire la sua superiorità strategica nel subcontinente. Ma la Cina non rinuncerà mai al suo interesse nel rafforzare i rapporti con altri Paesi dell’Asia meridionale, perché ha bisogno di un accesso all’Oceano Indiano per mantenere la propria sicurezza energetica”.
Secondo lo studioso, lanciando il messaggio di “futuri rapporti” tra i due Paesi la visita ha rafforzato la popolarità dei due leader in Cina e in India, ma non ha nascosto le evidenti rivalità. “I problemi e la sfiducia – sottolinea Chen – che intercorrono tra le due parti sono strutturali”.