06/12/2018, 11.20
CINA
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Chi sono i nemici di Xi Jinping? (I)

di Willy Wo-Lap Lam

Deng Pufang, il figlio maggiore di Deng Xiaoping, ha svelato “forti indizi sul fatto che vi siano quadri intenzionati a tornare all'ancien régime”. I due figli di Hu Yaobang, icona liberale del Partito "sembrano frustrati dalle inclinazioni antiriforma del presidente”.

Hong Kong (AsiaNews) – A mettere in discussione il comando del “leader supremo” non sarebbero tanto gli attacchi del presidente Usa Donald J. Trump, quanto piuttosto i sempre più numerosi nemici all’interno dei confini nazionali. Tra i nostalgici delle politiche di Deng Xiaoping, gli amministratori regionali, i militari e gli intellettuali cresce infatti il malcontento verso le scelte di governo adottate da Xi. È la tesi sostenuta dal prof. Willy Wo-Lap Lam, docente della Chinese University di Hong Kong e autore di diversi libri sulla Cina. Proponiamo di seguito la prima parte della sua analisi. Per gentile concessione della Jamestown Foundation. (Traduzione a cura di AsiaNews).

Qualcosa di inaspettato ha avuto luogo durante un recente “tour del sud” di quattro giorni da parte del segretario generale del Pcc, Xi Jinping, nella provincia del Guangdong, la provincia in cui Deng Xiaoping, l'architetto capo della ristrutturazione, ha lanciato la sua spinta per la “riforma ed apertura” (改革开放) nel 1978. Mentre a Pechino i dipartimenti di Partito e governo si preparano a celebrare il 40mo anniversario della riforma ed apertura, il viaggio di Xi alla fine di ottobre è ampiamente considerato un riconoscimento dei suoi debiti alle politiche pro-mercato di Deng. Tuttavia, alcuni osservatori sono rimasti esterrefatti dall'incapacità di Xi di pronunciare il nome “Deng Xiaoping”, anche solo una volta.

Xi ha osservato che “l'esperienza dimostra che la via della riforma e della porta aperta è corretta, che dobbiamo sostenerla con fermezza e perseverare, senza mai stancarci”. Tuttavia, il leader supremo sembra aver fatto una distinzione tra “la riforma e la politica della porta aperta nella nuova era” e la “riforma e la politica della porta aperta” originale di Deng. Ad esempio, Xi ha usato l’espressione ziligengsheng (自力更生) o “autosufficienza” due volte, sostenendo che l'autarchia è “il punto di partenza delle lotte del popolo cinese”. Ziligengsheng era uno degli aforismi preferiti di Mao Zedong e l'antitesi della politica di Deng di aprire la porta della Cina agli investimenti stranieri (People’s Daily, 26 ottobre; Xinhua, 25 ottobre).

Mentre lo status di Xi come “essenza del Partito”, il più alto comandante e “pioniere per il popolo” non sembra esser messo seriamente in discussione dagli attacchi su più fronti lanciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, non vi è dubbio che i suoi nemici nel Partito e nel governo si siano moltiplicati. Quindi, chi sono i nemici politici di Xi? I più importanti sono i quadri e persino la gente comune che ha beneficiato della politica visionaria di Deng; essa è rappresentata dagli altri principini della generazione di Xi, che sono la progenie degli anziani del Partito legati alle riforme di Deng Xiaoping.

Prendiamo, per esempio, i figli di Deng Xiaoping, che hanno custodito da vicino l'eredità della riforma del padre. Temono che la posizione di Deng al vertice del pantheon del Pcc, seconda solo a Mao, possa esser messa a repentaglio dall’azione di Xi di smantellare le politiche chiave del patriarca liberale. In un recente incontro della Federazione cinese delle persone con disabilità, Deng Pufang, il figlio maggiore di Deng, ha svelato forti indizi sul fatto che vi siano quadri intenzionati a tornare all'ancien régime. “Solo se insistiamo sulla riforma e sulla porta aperta possiamo continuare a sopravvivere e continuare sulla strada dello sviluppo”, ha affermato. “Il ritmo dei progressi della storia non si fermerà”. Deng ha continuato ad ammonire i membri del Pcc a "stringere i denti e non retrocedere mai, cosicché [la politica di riforma] non venga scossa per cent’anni” (Dwnews.com, 23 ottobre; Chinaelections.net, 11 ottobre).

Allo stesso modo, Hu Deping e Hu Dehua, i due figli del fu segretario generale del Partito Hu Yaobang – un'icona liberale all'interno del Partito – sembrano frustrati dalle inclinazioni antiriforma del presidente Xi. Nella corsa verso l'ascesa al potere di Xi, verso la fine del 2012, Hu Deping ha informato Xi sull'importanza delle riforme e delle politiche interne al partito che hanno favorito l'economia di mercato. Visti ignorati i suoi suggerimenti, Hu si è sentito in dovere di difendere gli interessi delle imprese private. Ex segretario di partito della Federazione cinese dell'Industria e del Commercio, Hu ha denunciato i rischi della tendenza al gongsiheying (公私合营), o la “cogestione da parte delle imprese di proprietà statale [SOE] e delle ditte private”. Il gongsiheying, che nella maggior parte dei casi significa l’acquisizione, da parte delle SOE, di società private, “è riapparso con un nuovo format per spremere le imprese private”, ha detto. “Se questa dovesse diventare una tendenza, e nessuno offrisse punti di vista critici, il risultato finale sarebbe terribile” (Radio Free Asia, 28 settembre; Hong Kong Economic Journal, 28 settembre). Prendendo spunto da Hu, gli imprenditori privati della nazione hanno espresso insoddisfazione verso più potenti imprese statali, che godono del patronato di Xi (Asia Times, 9 ottobre).

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