14/09/2009, 00.00
LAOS
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Centrale elettrica inquinante: a rischio la vita degli elefanti laotiani

Il governo laotiano ha approvato un complesso con miniera di lignite e generatore elettrico nella valle Hongsa, vicino all’habitat dei pachidermi. Ecologisti ed esperti temono che questo acceleri l’estinzione nel Paese di questa specie già a rischio.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) – Una nuova miniera di lignite e il megageneratore elettrico sono previsti nella valle Hongsa, provincia di Sayaboury, presso una zona che è habitat naturale e insostituibile degli elefanti. Vicino al villaggio di Hongsa quest’anno si è svolto il 3° Sayaboury Elephant Festival, che ha attirato oltre 80mila visitatori.

Nella zona è fiorente il tradizionale addestramento degli elefanti e oltre 70 pachidermi si sono esibiti a turno, tra scrosci di applausi. L’annuale festival ha anche portato buoni guadagni a commercianti e artigiani della zona.

Ma a pochi chilometri è previsto lo Hongsa Thermal Power Plant Project, una megacentrale elettrica con accanto una miniera di lignite. La lignite è il meno efficiente tra i carburanti fossili, è molto inquinante e pregna di zolfo e acqua al punto che per essere conveniente occorre che la centrale elettrica sia posta nei pressi, per evitare i costi di trasporto. Il complesso si estenderà su 12 chilometri quadrati.

Il progetto sarà realizzato dalla thailandese Banpu Pcl insieme ad altri partner e sarà finanziato per 100 milioni di dollari dalla cinese Exim Bank.

Sebastian Duffilot, dirigente della ong ElefantAsia, che collabora con il ministero laotiano per l’Agricoltura e il Bestiame, è preoccupato che “ci sia poca comprensione delle conseguenze… per la costruzione dell’impianto generatore”.

Il geologo Surasit Areesiri osserva alla rivista web ATimes che “realizzare e condurre un impianto a lignite sicuro e non inquinante costa una fortuna”, molto più che sviluppare impianti che sfruttino energie rinnovabili.

La zona ha già sofferto un rapace disboscamento e la diminuzione delle foreste compromette il cibo e l’habitat degli elefanti.

Un altro complesso con miniera di lignite e generatore d’energia è stato realizzato a Mae Mohm, vicino a Lampang nella Thailandia settentrionale: l’aria è ora impregnata di anidride solforosa con gravi problemi di salute per i residenti. Uno studio di Greenpeace del 2002 ha calcolato che l’impianto immette ogni anno nell’aria oltre 4 milioni di tonnellate di anidride carbonica e una grande mole di mercuri e altre sostanze tossiche.

Esperti osservano che un impianto delle dimensioni di Hongsa produrrebbe una quantità di gas tossici tale da non poter essere depurata. Inoltre nei pressi scorre il fiume Kene, fonte essenziale di acqua e pesci per gli abitanti e per l’intero ecosistema. Il mercurio, di cui la lignite è ricca, finirebbe nell’aria intossicando esseri viventi e suolo.

Il timore è grande anche perché gli elefanti sono molto vulnerabili all’inquinamento e “difficilmente adattabili alle tensioni, che possono ucciderli”, dice l’esperto Richard Lair.

I pachidermi sono anche minacciati dai contadini, che spesso li uccidono per evitare che devastino le piantagioni di canne da zucchero e altri prodotti di cui sono ghiotti.

L’elefante è già molto minacciato nel Laos e si stima che per ogni nato ci sono circa 10 morti. Attualmente nel Paese vi sono solo tra 10 e 14 elefanti che hanno meno di 10 anni. Al punto che senza un efficiente programma di ripopolazione si teme che si estinguano in pochi decenni, in quella che era la terra di milioni di elefanti.

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