22/02/2006, 00.00
Vaticano - Corea del Sud – Corea del Nord
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Card. Nicholas Cheong Jin-suk (Scheda)

Nicholas Cheong Jin-suk, arcivescovo di Seoul ed Amministratore apostolico di Pyongyang è il primo cardinale coreano dopo la creazione del card. Stephen Kim Sou-hwan, oggi in pensione, avvenuta 37 anni fa.

Il prelato, 74 anni, è nato a Seoul il 7 dicembre del 1931. Entra in seminario in giovane età e ne esce sacerdote il 18 marzo 1961. Viene consacrato vescovo della diocesi di Cheong Ju il 3 ottobre 1970 ed arcivescovo della capitale il 29 maggio 1998: con la nomina prende il posto del cardinal Kim, di cui il Papa accetta le dimissioni, e diviene anche amministratore apostolico di Pyongyang, capitale della parte nord della penisola.

Il presule è noto per il suo impegno nella lotta contro la disparità sociale sud-coreana: ha parlato molte volte in favore di una politica "più vicina agli esseri umani e più attenta alla fascia debole della popolazione".

Molto impegnato anche nel dibattito sulla ricerca sulle cellule staminali, è stato molto fermo nel condannare la ricerca sulle cellule staminali embrionali condotta dal professor Hwang nel Paese ed ha creato un "Fondo per la vita" finalizzato a raccogliere il denaro per la ricerca sulle cellule staminali adulte.

L'omelia da lui pronunciata il 17 agosto scorso, in occasione della messa commemorativa del 160mo anniversario dell'ordinazione sacerdotale del primo sacerdote e martire coreano, S. Andrea Kim Dae-gon, ha fatto molto scalpore.

In quell'occasione, infatti, ha lanciato "un forte appello per la libertà religiosa nella parte nord della penisola" ed ha condiviso con gli oltre 20 mila fedeli presenti la sua "preoccupazione pastorale in qualità di Amministratore apostolico di Pyongyang", chiedendo loro di offrire "ferventi preghiere" perché si possa svolgere l'attività pastorale nel nord in modo effettivo quanto prima e di essere sempre pronti ad "andare oltre il confine in un'eventuale occasione favorevole per l'evangelizzazione".

La sua nomina era molto attesa dalla comunità cattolica del Paese, oltre 4 milioni di fedeli, ed è stato negli ultimi giorni argomento di discussione su molti media sudcoreani.

Anche il mondo politico della Corea del Sud ha espresso più volte il desiderio di avere, nella Chiesa nazionale, un altro porporato. Il presidente Roh Moo-hyun ha inviato lo scorso anno una lettera di congratulazioni per la nomina di Benedetto XVI e, per l'occasione, ha fatto presente che "gli oltre 4 milioni di cattolici coreani attendono con ansia l'onore di un nuovo cardinale". Chung Dong-chea, ministro della Cultura e del turismo, ha visitato lo scorso aprile il Vaticano e, durante l'udienza concessa dal pontefice, ha espresso lo stesso desiderio.

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