31/07/2019, 08.48
LIBANO
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Byblos Festival: su pressione della Chiesa, cancellata la partecipazione dei Mashrou’ Leila

Gli organizzatori hanno deciso di annullare la presenza della controversa band “per scongiurare un bagno di sangue”. Per l’eparchia maronita locale i brani del gruppo indie rock “violano i valori della fede”. Critiche da attivisti e società civile: una decisione che rappresenta un “precedente pericoloso” in tema di censura.

Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Gli organizzatori del Byblos International Festival hanno cancellato la partecipazione alla rassegna musicale della indie rock band Mashrou’ Leila “per scongiurare un bagno di sangue”. Nell’ultimo periodo la Chiesa maronita aveva lanciato una campagna contro il gruppo, accusato di promuovere canzoni e testi offensivi verso i cristiani. E a nulla era valsa la promessa dei componenti della band di rivolgere scuse pubbliche prima dell’evento. 

A guidare la “crociata” cristiana contro la band vi era l’eparchia maronita di Jbeil (Byblos), secondo la quale i brani “violano i valori della fede”. Fin dall’inizio la Chiesa locale ha auspicato la cancellazione dello spettacolo o l’allontanamento della band, il cui cantante è gay dichiarato e nelle proprie canzoni attacca il settarismo, l’omofobia e auspica la parità dei sessi. 

Fra le voci critiche vi erano sacerdoti e internauti, che sono arrivati a minacciare l’interruzione dello spettacolo con l’uso della forza. Alcuni fra loro si sono ribattezzati “soldati di Dio”. Di contro, attivisti pro diritti umani e associazioni hanno definito la campagna di pressione per cancellare lo spettacolo previsto il 9 agosto come parte di una ondata crescente di attacchi contro la libertà di parola e le comunità emarginate del Libano. 

In una nota, gli organizzatori della rassegna musicale hanno parlato di “mossa senza precedenti” in base al quale il comitato ha dovuto “interrompere a forza lo show dei Mashrou’ Leila” per “impedire un bagno di sangue e preservare la sicurezza”. Il 29 luglio scorso un gruppo di manifestanti si è riunito a Beirut per denunciare il crescente clima di intolleranza, censura e repressione che si respira in Libano, un tempo famosa per essere un faro di libertà nel mondo arabo. 

“Cancellare lo spettacolo rappresenterà un precedente pericoloso” sottolinea l’attivista per i diritti omosessuali George Azzi. “Se questo fatto si ripete - aggiunge - significa che il Libano è entrato in un tunnel nero, dal quale non ne uscirà”. 

Il gruppo, che già in passato si è esibito a Byblos in due diversi spettacoli negli ultimi anni, dice di essere sotto shock per l’escalation di “accuse e bugie” nel contesto di una campagna diffamatoria. “Puntiamo a ciò che è bello e innovativo” aggiungono in una nota. “Questa non è una band satanica… né ha un programma segreto” eversivo.

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