20/08/2015, 00.00
THAILANDIA
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Bomba a Bangkok: “Improbabile” la pista internazionale. Aumentano i sospetti sulla giunta militare

Il governo chiederà aiuto all’Interpol per individuare i sospettati. “Improbabile” che essi facciano parte di un gruppo straniero. Fonti nella capitale: “La bomba viene dall’estero e solo i militari potevano portarla in Thailandia". L'attentato è forse una mossa per aumentare il bisogno di sicurezza della popolazione.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – La polizia thai oggi ha definito “improbabile” che l’attacco bomba di Bangkok sia opera di un gruppo terrorista internazionale. Nelle ore successive all’attentato, le autorità avevano invece lasciata aperta ogni ipotesi, in particolare quella della vendetta della minoranza musulmana uigura, dopo il rimpatrio forzato in Cina dei mesi scorsi. La Thailandia chiederà aiuto all’Interpol per individuare gli attentatori che hanno colpito il centro di Bangkok il 17 agosto scorso, uccidendo 22 persone (tra cui 13 stranieri) e ferendone più di 100. La violenta esplosione, avvenuta vicino al tempio indù di Erawan, non è stata ancora rivendicata, cosa mai accaduta prima in caso di attentato in Thailandia.

Proseguono intanto le ricerche del principale sospettato, di cui è stato fornito ieri un identikit. Ci sono almeno altri due sospettati. Una coppia di ragazzi, uno con maglietta bianca e uno in rosso, appaiono nelle immagini video mentre stanno in piedi di fronte al ragazzo con lo zaino, tentando di coprirlo. Secondo gli inquirenti, il trio potrebbe far parte di un gruppo di 10 persone, responsabile dell’attentato.

Il premier Prayut Chan-ocha, nel descrivere l’etnia del sospettato, ha usato il termine “khaek khao”, con cui in Thailandia si identificano i musulmani dalla pelle chiara dell’Asia del Sud, centrale e del Medio Oriente. Il capo della giunta militare – che ha definito l’attacco “il peggiore di sempre” – alla domanda se il ragazzo si trovi ancora in territorio thailandese, ha risposto: “Non lo so”.

Una fonte a Bangkok afferma che “non c’è nulla di chiaro nella vicenda. Quello che è certo è che la gente è scontenta del controllo della giunta militare, anche se loro pensano il contrario”.

Il fatto che il presunto colpevole indossasse una maglietta gialla ha fatto sorgere il sospetto che l’attacco fosse riconducibile alle annose tensioni tra “camicie gialle” e “rosse”, che hanno insanguinato il Paese negli anni passati. Una donna non è d’accordo con questa lettura: “Non sono certo le maglie gialle i responsabili dell’attentato: a loro va bene questo governo. D’altra parte, alle maglie rosse non conviene fare questo tipo di azioni. Ci dev’essere una terza mano”.

“La bomba usata nell’attentato – afferma un giovane impegnato in una Ong – non è stata fabbricata in Thailandia. È una bomba che viene dall’estero. Ma chi può far giungere bombe così perfette dall’estero se non lo stesso esercito? I controlli sono troppo severi perché qualcun altro possa farlo”. “Un’ipotesi valida – continua – è che la bomba sia stata comprata dai soldati e sia stata fatta saltare per creare panico e riaffermare la necessità della presenza dei militari al governo. Tra poco si approveranno alcuni emendamenti alla costituzione, fatti per dare più potere ai militari. Essi vogliono rimanere al potere per altri cinque anni con una Commissione speciale”. 

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