04/03/2020, 08.16
KIRGHISISTAN
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Biškek, fallito un tentativo di colpo di Stato

La manifestazione in piazza Ala-Too era iniziata con 2mila persone che chiedevano la liberazione di un deputato in prigione. Accuse al governo di collusione con gli investitori stranieri interessati allo sfruttamento delle risorse naturali del Paese. Manifestanti di altre regioni si uniscono. Convocate tutte le forze dell’ordine disponibili.

Biškek (AsiaNews) – Una manifestazione di protesta per ottenere la liberazione dell’ex-deputato Sadyr Japarov è stata organizzata il 2 marzo nella capitale kirghisa. Il raduno – a cui hanno partecipato oltre 2mila persone - si è concluso con forti scontri tra i manifestanti e la polizia, in seguito ai quali 166 persone sono state fermate e 4 arrestate. Oltre alla liberazione di Japarov, i contestatori hanno presentato una lista di 20 richieste alle autorità, chiedendo di fatto un cambio di regime e libere elezioni.

Il centro di Biškek è controllato dall’esercito con mezzi corazzati, lacrimogeni e pompe d’acqua per disperdere i raduni, e soprattutto per evitare l’assalto alla Casa Bianca, sede del governo kirghiso. La manifestazione in piazza Ala-Too (v. foto) era iniziata al grido “Libertà per Japarov!”, e secondo uno degli organizzatori del meeting, il deputato Kanybek Osmonaliev, “dopo la liberazione di Japarov il movimento in suo sostegno verrà sciolto”. Egli ha ricordato che i sostenitori dell’ex-deputato si sono rivolti molte volte al presidente Sooronbai Jeenbekov senza ricevere risposta, e per questo hanno deciso di scendere in piazza.

Sadyr Japarov fu arrestato nel 2017 e condannato a 11 anni e 6 mesi di lager per aver organizzato un meeting a Karakol nel 2013, e aver anche preso una persona in ostaggio. La condanna è stata ridotta a 10 anni dalla Corte Suprema della Kirghisia, e la richiesta di grazia è stata rifiutata dal presidente Jeenbekov.

I manifestanti chiedevano un incontro personale con il presidente, ma hanno potuto parlare solo con un funzionario della presidenza, Sajakbaj Subanov, che ha spiegato che sulla questione di Japarov è al lavoro una commissione speciale, e a giorni sono attese le conclusioni. La folla non ha accettato la spiegazione, nonostante gli appelli alla moderazione dello stesso Japarov, pubblicato sui social dal suo avvocato. Egli stesso ha dichiarato di “temere i provocatori”, che potrebbero portare la situazione a conseguenze estreme.

In effetti, la manifestazione si è presto tramutata in un tentativo di colpo di Stato, con la richiesta di tenere nuove e libere elezioni entro l’anno, di sottoporre le istituzioni al controllo della popolazione, a partire dalle dimissioni del governo. L’iniziativa è stata presa dall’ex-speaker della Camera dei deputati, Murak Chollonbaev, che ha accusato il governo di collusione con gli investitori stranieri, interessati allo sfruttamento delle risorse naturali del Paese.

Agli abitanti di Biškek si sono aggiunti manifestanti da altre regioni del Paese, attraverso appelli pubblicati sui social. Le forze dell’ordine hanno a loro volta convocato tutte le forze disponibili, compresi 2mila sportivi arruolati come servizio d’ordine. Difficilmente i contestatori riusciranno a rovesciare il governo e realizzare un vero colpo di Stato, anche per l’insofferenza della maggioranza della popolazione per i continui disordini, ma si prevedono nuove manifestazioni nelle prossime settimane. (V.R.)

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