09/07/2007, 00.00
TURCHIA
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Bartolomeo: la Cassazione non aveva titolo per negare l’ecumenicità del Patriarcato

Un gruppo di estremisti valeva impedire l’ingresso al Fanar dei membri non turchi del Sinodo. Il Patriarca parla della pesante situazione dei cristiani, ricordano le uccisioni di don Santoro, di Hrant e dei tre protestanti di Malatya. Un ricordo di Atenagora e dell’incontro con Paolo VI.
Istanbul (AsiaNews) – Polizia in forze, ieri, di fronte al Fanar, sede del Patriarcato ecumenico, in seguito alle minacce di un avvocato nazionalista, Keringisiz, il quale, cogliendo al volo la recente sentenza della Cassazione turca, che ha negato lo status ecumenico al Patriarcato, voleva renderla immediatamente operativa, impedendo l’ingresso dei sei membri del sinodo non turchi, ma provenienti dai 5 continenti.
 
Alla sentenza, ritenuta espressione di ignoranza, ed alla pesante situazione dei cristiani si è riferito anche il patriarca Bartolomeo, che ha presenziato la messa, svoltasi senza turbative, nella chiesa di santa Domenca, con la partecipazione dei membri del Sacro sinodo (che è costituito da 12 membri, 6 delle arcidiocesi che hanno sede in Turchia e 6 dal resto del mondo in rappresentanza dei 5 continenti. il loro mandato è a rotazione e dura un anno) e di un gruppo di scienziati.
 
Proprio prendendo spunto dalla loro presenza, Bartolomeo ha detto che “viviamo in un’epoca in cui si presenta la non conoscenza o addirittura l’ignoranza come conoscenza. Questo è un fenomeno oggigiorno molto diffuso, perché l’uomo sopravvaluta le proprie capacità intellettuali e molte volte desidera promuovere e imporre valori che hanno effetti negativi sul divenire sociale. Così abbiamo alcuni giornalisti, intellettuali e scrittori professionisti i quali si presentano come degli specialisti su questioni del Patriarcato ecumenico e dicono che secondo loro il patriarcato non è Ecumenico. E con il loro parere avvelenano l’opinione pubblica con l’ignoranza alla quale vanno aggiunti il pregiudizio e la malignità. In questo contesto rientra anche la recente sentenza della Cassazione di Istanbul la quale si è espressa su argomentazioni non di sua competenza. E per questo motivo oggi si sono radunati fuori dal Patriarcato alcuni estremisti, e non è la prima volta, i quali cercano di impedire l’ingresso dei  membri del Sacro Sinodo che appartengono alle arcidiocesi al di fuori della Turchia. Perché secondo loro il Patriarcato non è ecumenico”. “Ci auguriamo e preghiamo – ha proseguito Bartolomeo - perché cambi questa mentalità nel nostro Paese, come in alcuni altri paesi. Perché soprattutto la vita umana e il diritto di proprietà dei cittadini sia oggetto di rispetto. Noi ci affidiamo solo alla divina Providenza e non al potere temporale degli uomini. E’ questa divina provvidenza che preservato il nostro Patriarcato Ecumenico per 11 secoli prima della caduta di Costantinopoli e per 6 secoli dopo”.
 
Ringraziate le autorità turche per le misure prese, il patriarca ha sottolineato che “purtroppo negli ultimi due anni le minoranze cristiane hanno subito varie aggressioni, anche mortali, rivolte sia al clero che ai laici, come le uccisioni del prete cattolico Andrea Santoro a Trabzon, del giornalista di origine armena Hrant dei i tre protestanti a Malatya. E ci sono le continue minacce contro il patriarcato degli Armeni. Lo ripeto – ha sottolineato - ancora una volta, che questo nostro Paese deve riconciliarsi con la propria storia. Devono capire che le minoranze qui non sono qualcosa di separato, ma fanno parte della storia di questo Paese, di questa terra. Non abbiamo rivendicazioni politiche. Non siamo una minaccia per lo Stato, ma siamo un riferimento di civiltà e di stabilità”.
 
Il Patriarca Ecumenico ha infine ricordato il 35° anniversario dalla morte del Patriarca Atenagora dicendo che “Atenagora ha aperto nuove strade nuovi orizzonti. Ha aperto il dialogo con la Chiesa Cattolica. L’incontro con il Papa Paolo VI a Gerusalemme nel 1963 ha rimosso lo scisma dopo secoli. Noi continuiamo sulla sua strada del dialogo per l’unita di tutti. Siamo diaconi della parola di Dio e non abbiamo ambizioni personali”. (NT)
 
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