01/09/2018, 09.01
RUSSIA-TURCHIA-UCRAINA
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Bartolomeo e Kirill, dialogo verso la soluzione ucraina

di Vladimir Rozanskij

Il patriarca ecumenico e il patriarca di Mosca si sono incontrati a Costantinopoli. Nessuna dichiarazione finale, ma apprezzamento per il clima di “dialogo” e la “soddisfazione” per l’incontro. Per i media ucraini Bartolomeo ha posto Kirill davanti al fatto compiuto: l’autonomia della Chiesa ortodossa ucraina, ma con a capo Onufrij e non Filaret (di Kiev).

Mosca (AsiaNews) - L’atteso incontro tra il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli e il patriarca di Mosca Kirill Si è concluso ieri alle 13.00 a Istanbul, senza alcun risultato tangibile. Ci si attendeva una decisione definitiva sull’autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina, che creerebbe tanti problemi al patriarcato di Mosca. Lasciando l’aeroporto della metropoli turca, Kirill ha dichiarato che la discussione non ha portato a nulla che possa “provocare terremoti nelle coscienze”, che lo scambio di opinioni è stato molto tranquillo e corretto. “Abbiamo discusso delle questioni che ci preoccupano, ma voglio ribadire ancora che si è trattato di una conversazione fraterna, e non voglio entrare nei dettagli senza accordo con sua santità [Bartolomeo], anche se non c’è alcun segreto da difendere”, ha aggiunto il patriarca russo.

All’ingresso della residenza patriarcale turca, salutando Bartolomeo che lo accoglieva sulla soglia, Kirill ha ricordato la responsabilità “per tutta la Chiesa di Cristo” e per la custodia dell’unità ortodossa in mano ai due patriarchi. “A questo posto – ha ricordato - mi legano dei ricordi molto felici, qui non abbiamo mai fatto niente che potesse nuocere all’ortodossia universale perché noi abbiamo la responsabilità della Chiesa intera”. A sua volta, Bartolomeo ha voluto esprimere la sua soddisfazione per l’arrivo del confratello moscovita: “Ogni volta che voi venite da noi, è per noi una grande gioia, ed è una gioia poter discutere insieme le questioni che rappresentano interessi comuni. Noi crediamo nella forza del dialogo: è questa la strada che Dio stesso ci ha indicato”.

Ad accogliere Kirill insieme a Bartolomeo c’era un folto gruppo di metropoliti e arcivescovi, radunati dal giorno precedente per la riunione del Sinodo dei vescovi di Costantinopoli. Ad essi il patriarca di Mosca ha ricordato la differenza “tra il semplice dialogo e l’incontro tra i capi delle Chiese; i politici difendono i propri interessi, ma nel dialogo tra le Chiese la cosa più importante è l’unità fondamentale tra i cristiani ortodossi, che si rivolgono alla Chiesa una, santa, sobornaja e apostolica. Questo ci dà una grande responsabilità, ma ci trasmette anche una grande forza e l’ispirazione per il nostro servizio”.

Kirill ha ricordato che con il confratello “ecumenico” non si vedevano da due anni, dall’incontro a Ginevra nel 2016 alla vigilia del concilio di Creta, poi fallito proprio per il ritiro della delegazione di Mosca. Egli ha concluso con un breve “riassunto dell’incontro: è stato un momento molto bello, con una splendida atmosfera, abbiamo valutato le questioni che stanno all’ordine del giorno”. Si è trattato di un incontro “tra due capi di Chiese che si rendono conto della responsabilità per le condizioni dell’ortodossia universale e dei problemi dell’umanità contemporanea”, ha voluto specificare il capo degli ortodossi russi, mettendosi in tal modo sullo stesso piano del patriarca universale dell’Ortodossia.

Sul canale ufficiale Telegram del servizio stampa del patriarcato di Mosca è stato diffuso un breve resoconto della visita, che si è svolta nella residenza di Bartolomeo al Fanar. Le trattative sono durate circa due ore e mezza, dopo di che Kirill è uscito dalla residenza annunciando: “L’incontro c’è stato, e tutto è andato bene”.

Nelle ore successive, i mezzi d’informazione ucraini hanno sostenuto la tesi che il patriarca Bartolomeo avrebbe messo Kirill di fronte al fatto compiuto, comunicandogli l’intenzione di Costantinopoli di concedere l’autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina. La relativa brevità dell’incontro potrebbe avvalorare la tesi che non ci fosse molto da discutere, ma le espressioni positive del patriarca di Mosca indicano anche una possibile soddisfazione rispetto alle modalità della decisione. Se venisse affidata la nuova giurisdizione autonoma al metropolita Onufrij (Berezovskij), la cui lealtà alla “Chiesa sorella” moscovita non è mai stata in discussione, senza necessariamente elevarlo alla dignità patriarcale, Kirill potrebbe comunque rivendicare una sua paternità sulla nuova Chiesa locale. Questo potrebbe significare la definitiva esclusione dell’irriducibile avversario, il patriarca non canonico Filaret (Denisenko), che da un quarto di secolo contende a Mosca il controllo sul gregge ucraino. Secondo i media ucraini, la decisione definitiva verrà presa a ottobre, dal Sinodo dei vescovi della Chiesa di Costantinopoli.

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