20/10/2020, 15.25
VATICANO-TURCHIA
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Bartolomeo I: Tempo di agire, tempo di ‘sovversione’

All’incontro internazionale “Nessuno si salva da solo – Fraternità e pace”, il patriarca ortodosso di Costantinopoli spinge il mondo a superare fondamentalismi e ideologie per riscoprire il mondo come “casa comune” e l’uomo e la realtà come “specchio” di Dio.  Questo segna una reale “sovversione”: la fine del “dominio assoluto dell’essere umano sull’intero universo”, e la nascita di una “ecologia come segno della presenza del divino nella creazione”.

Roma (AsiaNews) – “Le grandi sfide del momento, che non riguardano solo alcuni popoli o nazioni, ma l’intera vita su questa meravigliosa nostra casa, il mondo”, hanno bisogno di decisioni non procrastinabili; è venuto “il tempo di agire”. E insieme è giunto il tempo di “sovvertire un ordine socioculturale secolare”, che vede il mondo solo come un oggetto e non come “casa comune” di cui gli uomini sono custodi. Sono alcune delle tematiche che Bartolomeo I, patriarca di Costantinopoli ha toccato nel suo intervento oggi all’incontro internazionale “Nessuno si salva da solo – Fraternità e pace”.

Il patriarca ha preso la parola sulla piazza del Campidoglio, dove – dopo la preghiera per la pace di ogni comunità confessionale – si sono radunati i rappresentanti religiosi.

Parlando all’assemblea, ridotta a causa delle limitazioni sanitarie da coronavirus, Bartolomeo ha sottolineato in particolare due punti. Il primo è che “è finito il tempo della moda ecologica, della sua idealizzazione o peggio della sua ideologizzazione. Inizia il tempo dell’agire”. È insomma il tentativo di superare l’ecologia solo come tematica affettiva, sociologica, idolatrando un mondo puro dove non vi sia spazio per l’uomo visto come “minaccia inquinante”.

Il secondo, legato al primo, è che è tempo di vedere il mondo e l’uomo insieme come creature di Dio: occorre cioè riscoprire la dimensione religiosa dell’impegno verso la società e la natura. Per questo occorre “sovvertire un ordine socioculturale secolare e avvertirne il frammento divino che vi è in esso”.

Citando il filosofo Anassimene, Bartolomeo, afferma che è necessario superare una visione puramente scientifica (o materialistica) della realtà e del cosmo. Ma è anche necessario guardare gli elementi del cosmo come parte della “casa comune”, cioè abitata dalla comunità degli esseri umani: “porre sullo stesso piano la casa comune con i quattro elementi, in quanto solo con essa è possibile la salvezza del genere umano e di tutta la creazione”.

Infine, è importante guardare alla natura e agli esseri umani come a “specchio” dell’immagine di Dio:

“La Casa comune – spiega il patriarca - è come la casa degli specchi. Uno specchio in cui vediamo riflessa la nostra immagine, come quella di ogni nostro fratello e con noi ogni elemento del creato. Creati a immagine e somiglianza di Dio, vediamo in noi l’immagine del nostro fratello e in ogni essere umano il frammento divino. Guardando ciò che sta attorno a noi, vediamo l’opera divina che vi è contenuta.  Il ribaltamento socioculturale e antropologico che ne consegue pertanto, ci porta a vedere l’ecologia come segno della presenza del divino nella creazione”. Questo segna una reale “sovversione”: la fine del “dominio assoluto dell’essere umano sull’intero universo”, e la nascita di una “ecologia come segno della presenza del divino nella creazione”.

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