Bangladesh, templi e fedeli indù attaccati per una falsa foto “che insulta l’islam”
Almeno 15 templi assaltati, case e negozi svaligiati. Radicali islamici hanno ricercato gli indù casa per casa. Le violenze scatenate da una foto che ritraeva il dio Shiva che troneggiava sulla Kaaba, il luogo più sacro dell’islam.
Dhaka (AsiaNews) – Circa 15 musulmani sono stati arrestati per aver incendiato templi e colpito con violenza i fedeli indù della zona di Nasirnagar, nel distretto di Brahmanbaria, nella parte centro-orientale del Bangladesh. L’aggressione settaria è stata scatenata da una falsa foto pubblicata sul profilo Facebook di un giovane indù, con contenuti di “insulto contro l’islam”. Nel frattempo organizzazioni di attivisti hanno condannato le violenze e chiedono alle autorità di condurre una rapida inchiesta.
Il fatto è avvenuto lo scorso 29 ottobre. Secondo gli aggressori, un indù di nome Rasuraj Das avrebbe diffuso sul suo account personale una foto del dio Shiva mentre troneggiava sulla Kaaba della Mecca, il luogo più sacro per la religione islamica. Il ragazzo, anch’egli arrestato dalla polizia, ha respinto ogni accusa e ha affermato che con ogni probabilità il suo profilo era stato preso di mira dagli hacker.
Ancor prima di verificare i fatti, nell’area si è scatenata la reazione violenta dei membri di due gruppi islamici, Touhidi Janata e Ahle Sunnat Wal Jamaat. Il 30 ottobre essi hanno organizzato manifestazioni di protesta contro il commento che “offende il sentimento religioso degli islamici”.
Adesh Chandra Dev, presidente locale dell’Hindu Buddhist Christian Unity, riferisce ad AsiaNews che a quel punto la situazione è degenerata: “La manifestazione ha incitato l’attacco contro la nostra comunità. Sono stati assaltati 15 templi e centinaia di case; svaligiate le proprietà”.
Sankar Gopal Das, sacerdote indù, aggiunge che la polizia era presente durante gli assalti, ma non è riuscita a bloccare il grande numero di aggressori. Il leader religioso, ferito nell’attacco, ricorda: “È stato orribile. Gli islamici hanno sfondato porte e finestre alla ricerca degli indù che si erano rifugiati nelle case. Molti sono stati feriti”.
Ora l’area è sorvegliata da agenti. Gli attivisti però sottolineano: “Nonostante la loro presenza, le persone vivono nella paura di nuovi attacchi. Chiediamo che siano condotte indagini imparziali”.