21/08/2018, 13.13
BANGLADESH
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Bangladesh, famiglie a confronto: nei villaggi più spazio alla vita religiosa

di Sumon Corraya

Le grandi città pongono i cristiani di fronte a più tentazioni: infedeltà, convivenza con i musulmani, povertà, droghe. Cattolica di Dhaka: “I sacerdoti dovrebbero visitare di più le famiglie”.

Dhaka (AsiaNews) – Le famiglie cristiane che vivono nelle grandi città del Bangladesh affrontano più sfide rispetto a quelle che risiedono nei villaggi. Le sfide riguardano sia i rapporti coniugali che la difficoltà di praticare in libertà la fede religiosa. È quanto emerge dal racconto di alcune coppie che hanno condiviso le loro storie, nei giorni in cui a Dublino si svolge l’Incontro mondiale delle famiglie.

Tra di loro vi è Ripon Costa, sposato e con un figlio di 10 anni. Da sei mesi vive da solo e non ha intenzione di tornare in famiglia, nonostante i parenti stiano facendo di tutto per farlo riconciliare con la moglie. Ripon afferma ad AsiaNews: “Non ho più interesse per la vita matrimoniale. Voglio stare da solo. Mia moglie domanda più soldi di quanti io possa dare”.

Sukla Corraya ha lasciato il marito dopo tre anni di persecuzione. “Venivo abusata da mio marito – racconta – che era anche infedele. Non potevo continuare ad andare avanti in quel modo e vivo da sola da 20 anni”.

Accanto a esempi negativi vi sono anche storie di amore e rispetto coniugale. È il caso di Prodip Rozario, che lavora in una Ong. “Quando torno da lavoro, mia moglie e i miei due figli mi corrono incontro per la contentezza. Preghiamo insieme tutte le sere, condividiamo sentimenti ed emozioni”.

Probha Rozario, segretaria della Commissione per la vita familiare dell’arcidiocesi di Dhaka, riferisce che le famiglie dei villaggi hanno più occasioni di condivisione. “Ogni anno – dice – organizziamo una conferenza e riceviamo riscontri positivi dalle famiglie rurali. Esse pregano insieme, frequentano la messa, si amano e mostrano rispetto l’uno verso l’altro. Mettono in pratica i valori cristiani e affrontano meno problemi rispetto a coloro che vivono nelle grandi città, dove spesso i cristiani non pregano nemmeno la sera”.

Secondo la Rozario, le sfide più comuni nelle città sono: “L’infedeltà tra marito e moglie; la mancanza di amore; una maggiore presenza di donne migranti più interessate al denaro che all’affetto del marito; i conflitti tra i vicini di casa; l’influenza negativa dei media; povertà e dipendenza dalle droghe; problemi ambientali e abitativi”. Per quanto riguarda l’emergenza abitativa, aggiunge, “i cristiani vivono in quartieri dove sono la minoranza, non esistono chiese, vivono insieme e vanno a scuola con i musulmani. I bambini fanno amicizia e spesso sposano persone di religione diversa. Tutto questo contribuisce all’allontanamento dalla fede”.

Probha Rozario tiene corsi prematrimoniali e collabora anche con Caritas Bangladesh. Per lei è urgente “un comportamento diverso dei parte dei sacerdoti: visitare di continuo le famiglie delle parrocchie”. “La loro cura pastorale – conclude – aiuta molto. Se sacerdoti e suore facessero così, le difficoltà delle famiglie diminuirebbero. Coloro che vivono nella povertà hanno bisogno di sostegno; i tossicodipendenti hanno bisogno di amore e cure”.

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