21/09/2020, 11.44
THAILANDIA
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Bangkok, studenti pro-democrazia: via il premier golpista e riforma della monarchia

Almeno 50mila persone hanno partecipato nel weekend a due manifestazioni anti-governative. Per i dimostranti, il Paese “appartiene al popolo e non al re”. Silenzio dal sovrano; il primo ministro invita all’unità contro il Covid. Annunciate nuove dimostrazioni e uno sciopero generale. Il fronte studentesco si allarga e ottiene l’appoggio dei sostenitori dell’ex premier Thaksin.

Bangkok (AsiaNews) – Circa 50mila persone, per lo più giovani studenti, hanno partecipato nel weekend a due manifestazioni anti-governative. Gli organizzatori dello United Front of Thammasat and Demonstration, gruppo studentesco pro-democrazia, si attendevano in realtà 100 mila dimostranti: malgrado ciò, esse rimangono le più imponenti dal colpo di Stato militare del 2014.

Durante l’iniziativa, i manifestanti hanno posto una targa commemorativa – poi rimossa dalle autorità – nei pressi del “Grande palazzo”, in cui si dichiara che il Paese “appartiene al popolo e non al re”. La polizia ha annunciato che potrebbe incriminare gli autori del gesto.

In una lettera aperta al re Maha Vajiralongkorn, consegnata al capo della polizia della capitale, i giovani chiedono la destituzione del premier Prayuth Chan-ocha e del suo governo, una nuova Costituzione democratica e la riforma della monarchia. Il riferimento al sovrano, con la richiesta di rivederne il ruolo politico e la dotazione economica, è di grande importanza: il monarca è una figura sacra in Thailandia, e le offese nei suoi confronti sono punite con il carcere fino a 15 anni.

Il Palazzo reale non ha risposto alle domande dei manifestanti: il re si trova in Europa, dove spende la maggior parte del suo tempo. Prayuth si è limitato a ringraziare Forze dell’ordine e dimostranti per la loro “pacifica” condotta, chiedendo però al Paese di unirsi nella lotta al Covid-19

Da metà luglio, anche per gli effetti della pandemia di coronavirus, è cresciuta la pressione pubblica nei confronti del primo ministro, ex comandante in capo dell’esercito, salito al potere con il golpe di sei anni fa. Dallo scorso anno, egli guida un esecutivo civile, ma è accusato dall’opposizione di aver truccato le elezioni che hanno decretato la fine formale della giunta militare. Il governo è anche criticato per la gestione della crisi pandemica: l’economia del Paese è dipendente in larga parte dal turismo, ora quasi azzerato dall’emergenza coronavirus.

Incoraggiati dall’esito della due giorni di proteste, gli studenti hanno annunciato una nuova iniziativa pubblica per il 24 settembre, questa volta davanti al Parlamento. Il fronte studentesco ha anche invitato la popolazione a partecipare a uno sciopero generale il prossimo 14 ottobre. Esso chiede anche di boicottare la Banca commerciale del Siam, di cui il sovrano è l’azionista di maggioranza.

Secondo resoconti di stampa, le iniziative degli studenti stanno conquistando le simpatie di strati sempre più ampi della popolazione. Tra loro figurano anche le “camicie rosse”, i sostenitori dell’ex premier Thaksin Shinawatra (e di suo sorella Yingluck), il miliardario rimosso dai militari nel 2006. Analisti osservano che il movimento giovanile potrà avere un impatto duraturo sulla politica del Paese solo se sarà in grado di ottenere il sostegno della popolazione rurale.

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