13/12/2017, 12.41
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Banca Mondiale: summit ‘One Planet’, stop ai fondi per progetti su gas e petrolio

Il vertice voluto dal presidente francese Macron: “Stiamo perdendo la battaglia” contro il riscaldamento globale. Il mondo proiettato a un aumento delle temperature di 3,5°. Prevista la creazione di un osservatorio spaziale. Il cambiamento climatico è la causa delle sempre più frequenti e gravi inondazioni, siccità, tempeste e ondate di calore.

Parigi (AsiaNews/Agenzie) – Stop ai finanziamenti per i progetti di esplorazione ed estrazione di gas e petrolio a partire dal 2019. Lo ha annunciato ieri il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, durante il summit “One Planet”, a Boulogne-Billancourt, in Francia.“È tempo che diamo il buon esempio”, ha commentato il presidente, ribadendo la decisione dell’organismo finanziario mondiale di “allinearsi agli obbiettivi dell’Accordo di Parigi”. Unica eccezione, i “casi straordinari” dei Paesi poveri. Nel 2016, gli investimenti nel settore hanno composto il 5% del totale dei fondi accordati.

Il vertice sul clima è stato organizzato nel contesto delle Nazioni unite per volontà del presidente francese Emmanuel Macron. “Stiamo perdendo la battaglia” contro il riscaldamento globale, mette in guardia Macron. Già due giorni fa, in un’intervista a LeMonde, il presidente francese aveva affermato che il mondo è in “una traiettoria di riscaldamento del pianeta di 3,5°C”, “molto lontano dall’obiettivo posto con l’accordo di Parigi di contenere l’alzamento delle temperature sotto la soglia dei 2°C”.

Durante il vertice altri annunci si sono uniti a quelli della Banca Mondiale. Fra di questi: la creazione di un osservatorio spaziale per la ricerca sul clima; un’iniziativa di cinque anni di 220 investitori globali per premere su 100 aziende che emettono la maggior quantità di gas serra, causa del riscaldamento; l’avvio di una tariffazione del mercato del carbone. Per alcuni critici, queste dichiarazioni non sono che una vaga lista di promesse. Per altri, l’incontro di ieri ha mostrato un’accresciuta consapevolezza del problema del cambiamento climatico.

Al summit hanno partecipato il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, il premier britannico Theresa May, il presidente messicano Enrique Peña. Oltre al rappresentante ufficiale per gli Usa Brent Hardt, all’evento era presente il governatore della California, Jerry Brown, critico della decisione del presidente americano Donald Trump di ritirare il Paese dall’Accordo di Parigi. Egli ha commentato che la battaglia americana contro il cambiamento climatico viene combattuta da “città, Stati, leader aziendali, università” e che essi non possono “aspettare che la Casa Bianca si svegli”.

Il cambiamento climatico è la causa dei sempre più frequenti e gravi inondazioni, siccità, tempeste e ondate di calore. Mentre la media delle temperature globali si innalza a nuovi record, il ghiaccio marino artico si scioglie e il livello del mare sale. A pagare di più il prezzo sono i Paesi più poveri e vulnerabili: mancano i fondi per l’abbandono delle economie basate sui combustibili fossili, e gli aiuti promessi dai Paesi a sviluppo avanzato – 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2020 – tardano ad arrivare.

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