11/04/2008, 00.00
CINA – ONU -TIBET
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Ban Ki-moon sarà assente dalla cerimonia olimpica

UE e Stati Uniti spingono al dialogo col Dalai Lama. Il Premio Nobel keniota, Wangari Maathai, si rifiuta di portare la torcia olimpica. Attese manifestazioni non violente a Buenos Aires. La Cina risponde a Rogge: non accettiamo alcuna discussione sui diritti umani.

New York (AsiaNews) – Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon non sarà presente alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino. La decisione, comunicata dalla portavoce, è dovuta a “questioni di agenda” non ben specificati.

La comunicazione del segretario Onu avviene proprio nei giorni in cui la comunità politica internazionale è sotto la pressione dell’opinione pubblica che vorrebbe inviare un segno di condanna verso la Cina per la sua repressione in Tibet. Dall’Europa, la tedesca Angela Merkel e il britannico Gordon Brown non saranno presenti. Il presidente francese Nicholas Sarkozy si riserva la decisione in un breve futuro. Ieri il parlamento europeo ha votato una risoluzione in cui chiede ai leader dell’EU di boicottare la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi  se Pechino non riprende il dialogo con il Dalai Lama. Una simile risoluzione – forse più netta, sostenuta da Nancy Pelosi, presidente del parlamento - è stata votata dal Congresso americano.

Intanto il percorso della torcia olimpica è giunto a Buenos Aires (Argentina), dopo forti manifestazioni  e proteste contro la Cina messe in atto al suo passaggio a Londra, Parigi, S. Francisco. Migliaia di poliziotti accompagneranno la torcia lungo il percorso di 13 km, nell’unica sosta latino-americana. Attivisti per i diritti umani e tibetani a Buenos Aires ha detto di aver preparato manifestazioni non violente per sensibilizzare il mondo.

Dall’America, la torcia si sposterà in Africa. Ma anche qui vi sono difficoltà. L’ambientalista Wangari Maathai, keniota, Premio Nobel 2004, ha deciso di non portare la torcia olimpica perché addolorata dalla situazione del Tibet e da quella ambientale in Cina.

Nessuna personalità e gruppo politico parla comunque di totale boicottaggio delle Olimpiadi. Lo stesso Dalai Lama sostiene che “il popolo cinese merita le Olimpiadi”.

Anche la tensione fra Jacques Rogge, presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), e il ministero cinese degli esteri sembra assopita. Rogge aveva espresso alla Cina preoccupazione per le tensioni in Tibet, spingendola all’impegno morale di attuare maggior rispetto per i diritti umani.

Ieri sera Jiang Yu, portavoce del ministero degli esteri, ha definito “esagerate” le frasi di Rogge e ha precisato che Pechino non accetta alcuna discussione sul suo modo di attuare i diritti umani. “Spero – ha aggiunto – che il Cio aderisca ala Carta olimpica e non si lasci trascinare da alcun irrilevante fattore politico”.

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