09/12/2008, 00.00
FILIPPINE
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Bambini soldato e malnutrizione: l’infanzia negata nelle Filippine

di Santosh Digal
Un rapporto del Children’s Rehabilitation Center denuncia l’arruolamento dei minori fra le fila dell’esercito governativo e fra le milizie ribelli. Inviato Onu in visita nel Paese per avviare progetti di recupero. A Mindanao il movimento Silsilah promuove programmi speciali per bambini malnutriti.

Manila (AsiaNews) – Bambini soldato arruolati dall’esercito nazionale o dalle truppe ribelli, minori malnutriti per la mancanza di cibo o costretti a fuggire dai luoghi d’origine a causa della guerra: sono solo alcuni dei tanti esempi di infanzia violata nelle Filippine. La denuncia emerge da un recente rapporto del Children’s Rehabilitation Center (Cec), presentato durante un convegno a Manila, nel quale si sottolinea il reclutamento di minori sia da parte dell’esercito filippino sia dal New People’s Army, il braccio armato del Partito Comunista delle Filippine.

Per valutare le conseguenze della guerra sui minori Radhika Coomaraswamy, inviato speciale delle Nazioni unite per i problemi legati all’infanzia, visiterà il Paese dal 7 al 12 dicembre. Il rappresentante Onu, invitato dal governo filippino, intende valutare di persona gli effetti della guerra, prendendo in esame i legami fra i bambini soldato e i gruppi ribelli che li arruolano, le possibili iniziative per un loro ritorno alla vita civile e i programmi di protezione dell’infanzia.

Esmeralda Macaspac, direttore esecutivo del Cec, denuncia un aumento dei casi di “bambini soldato” e non risparmia critiche al governo: secondo il rapporto 2008 vi sono 948 casi documentati di violazione di diritti umani su minori, mentre sono circa due milioni quelli vittime di “evizione forzata” a causa della guerra.

Il problema dell’infanzia è seguito con attenzione dal Silsilah, movimento per il dialogo islamo-cristiano con base a Mindanao, che ha avviato una serie di programmi dedicati ai bambini che soffrono di malnutrizione. Secondo una ricerca recente, infatti, le Filippine sono il quinto Paese al mondo in cui è più sentito il problema della fame: fra i progetti elaborati da Silsilah vi è la preparazione di pasti altamente nutrienti – in aggiunta alle normali razioni di cibo – da somministrare due volte a settimana per i casi più gravi.

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