Bahrain, la cattedrale di Nostra Signora cuore della comunità cattolica d’Arabia
Inaugurati i lavori di costruzione, l’opera sarà pronta entro il 2021. Una volta ultimata sarà il punto di riferimento della comunità dell’Arabia settentrionale. Non solo chiesa, ma anche curia episcopale, casa di accoglienza e centro di formazione. Nelle fondamenta una “capsula del tempo” con la storia della Chiesa e dei cristiani dell’area.
Manama (AsiaNews) - Un luogo di culto aperto ai bisogni della comunità cristiana locale, composta per lo più da migranti economici e lavoratori stagionali, e un centro multifunzionale che potrà ospitare al suo interno iniziative sociali, educative e culturali. Con questo spirito la Chiesa del Bahrain e di tutto il Golfo ha celebrato, di recente, la cerimonia inaugurale dei lavori di costruzione della nuova cattedrale di Nostra Signora d’Arabia, patrona della penisola arabica (all’indirizzo http://www.bahraincathedral.org è possibile consultare l’opera e l’avanzamento dei lavori).
L’intero compound sorgerà a circa 20 km dalla capitale, Manama, e non sarà solo un luogo di culto: esso ospiterà, oltre alla chiesa, un edificio a essa collegato che fungerà da curia episcopale, casa di accoglienza, centro di formazione per il lavoro e per la pastorale sociale. Il terreno è stato donato nel recente passato dal re del Bahrain Hamad bin Isa Al Khalifa; la cerimonia di inizio lavori si è tenuta il 10 giugno scorso e i lavori si dovrebbero concludere entro la fine del 2021.
La cattedrale, dedicata a Nostra Signora d’Arabia, sarà una testimonianza concreta della presenza cristiana in una delle più potenti monarchie del Golfo e in una regione, nel suo complesso, a grande maggioranza musulmana. Secondo luogo di culto cristiano di tutto il Paese, essa potrà accogliere sino a 2mila fedeli e diventerà anche sede della Chiesa in tutto il nord del Golfo arabico.
La cerimonia di inaugurazione, con la posa della prima pietra, è stata un momento di festa per tutta la comunità che si è riunita per ascoltare il Vangelo, cui è seguito un breve momento di preghiera. Alla funzione hanno partecipato sacerdoti e laici, fedeli e alti dignitari fra cui gli ambasciatori di Francia e Italia, oltre che un rappresentante del re del Bahrain. Erano presenti anche il nunzio apostolico mons. Francisco Montecillo Padilla, il vicario dell’Arabia settentrionale mons. Camillo Ballin e cristiani provenienti da Kuwait, Qatar e Arabia Saudita.
Nelle fondamenta della struttura è stata posta una sorta di “capsula del tempo”, al cui interno è illustrata la storia della Chiesa cattolica mondiale, della comunità cattolica del Vicariato e informazioni sommarie sulla cattedrale stessa. Fonti locali raccontano che il progetto è nato e ha preso forma grazie alla fede e alla perseveranza della comunità dei fedeli, che hanno sacrificato parte dei loro guadagni pur di contribuire alla costruzione del luogo di culto.
Al riguardo, il budget per portare a termine il progetto non è stato ancora raggiunto e si attendono ulteriori finanziamenti nei prossimi mesi. Del resto per i cattolici locali, perlopiù immigrati, costretti non di rado a subire vessazioni, discriminazioni, difficoltà, la costruzione di una cattedrale e di un centro annesso è motivo di orgoglio e soddisfazione.
In Bahrain la religione ufficiale è l’islam e nel Paese vige la sharia, la legge islamica, che è fonte del diritto. I cattolici del Paese, circa 80mila su un totale di 1,5 milioni di abitanti (10% i cristiani), erano all’origine emigrati da Iraq e Iran.
Dopo il boom del petrolio, sono giunti centinaia di migliaia di cristiani da Sri Lanka, India, Libano, Filippine e diversi Paesi occidentali. A Natale e a Pasqua le chiese del Bahrain ospitano anche molti cristiani provenienti dall’Arabia saudita, dove invece è proibita ogni religione diversa dall’islam. In Bahrain esistono anche comunità ebraiche e indù.